Affidati i lavori di completamento del Parco San Marco, situato a Latina in via Rossetti. Nella giornata di ieri l’amministrazione comunale ha sorteggiato le ditte che hanno partecipato alla procedura e che si occuperanno del II stralcio dei lavori il cui costo complessivo è 313.765,43. La somma include il costo dei materiali (245.174,48 euro), il costo della manodopera (56.917,73 euro) e gli oneri per l’attuazione dei piani della sicurezza (11.673,22 euro).
Brutto colpo per i ragazzi del Libero Orto che da ormai quattro anni frequentano quotidianamente il parco e hanno sopperito alle mancanze dell’amministrazione creando un nuovo ecosistema di più di 50 alberi da frutto. Secondo quanto si apprende leggendo gli allegati dell’affidamento dei lavori, gli orti stagionali che vuole creare l’amministrazione andrebbero, infatti, a distruggere: 1 olmo di 5 anni, un acero di 6 anni, 1 aloe vera di 5 anni, un nespolo di 1 anno e varie piante grasse. Già precedemente avevano espresso il loro dissenso al piano di intervento con un comunicato stampa (clicca qui per leggerlo) a cui il Comune non ha mai risposto. In questo, spiegavano: «Speriamo che l’amministrazione locale ascolti le ragioni di chi vive il territorio gratuitamente, senza speculazioni. Speriamo che chi ha le ruspe dalla parte del manico le userà con saggezza o, meglio, non le userà affatto». La loro speranza sembra, però, non essere stata ben riposta. Un attivista spiega a Il Caffè: «Il Comune si troverà a uccidere alberi per piantarne altri in un ridicolo processo che non farà altro che rubare i soldi a chi paga le tasse e calpestare la volontà di chi vive il parco».
Brutto colpo per i ragazzi del Libero Orto che da ormai quattro anni frequentano quotidianamente il parco e hanno sopperito alle mancanze dell’amministrazione creando un nuovo ecosistema di più di 50 alberi da frutto. Secondo quanto si apprende leggendo gli allegati dell’affidamento dei lavori, gli orti stagionali che vuole creare l’amministrazione andrebbero, infatti, a distruggere: 1 olmo di 5 anni, un acero di 6 anni, 1 aloe vera di 5 anni, un nespolo di 1 anno e varie piante grasse. Già precedemente avevano espresso il loro dissenso al piano di intervento con un comunicato stampa (clicca qui per leggerlo) a cui il Comune non ha mai risposto. In questo, spiegavano: «Speriamo che l’amministrazione locale ascolti le ragioni di chi vive il territorio gratuitamente, senza speculazioni. Speriamo che chi ha le ruspe dalla parte del manico le userà con saggezza o, meglio, non le userà affatto». La loro speranza sembra, però, non essere stata ben riposta. Un attivista spiega a Il Caffè: «Il Comune si troverà a uccidere alberi per piantarne altri in un ridicolo processo che non farà altro che rubare i soldi a chi paga le tasse e calpestare la volontà di chi vive il parco».
28/11/2014