Non si ferma la protesta degli studenti del liceo classico linguistico Marco Tullio Cicerone di Frascati. I ragazzi spiegano a il Caffè che hanno «urgente bisogno di essere ascoltati. La situazione della nostra scuola è alquanto critica e perciò l’istituto è attualmente occupato: viviamo in una scuola dove mancano aule, dove per la sala professori è usato un ex sgabuzzino, per le aule degli alunni la biblioteca e, per un periodo, il laboratorio informatico, in una scuola che non ha spazi sufficienti e consoni (infatti una buona parte degli ambienti scolastici, fra cui la palestra, non è agibile ma nonostante questo continua ad essere utilizzata) ad accogliere il numero di alunni che ospita e, di conseguenza, nemmeno quello degli eventuali nuovi iscritti, necessario all’istituto per ottenere l’autonomia che gli permetterebbe di continuare ad esistere».
Ed ecco i loro obiettivi: «Qualora questa non venisse raggiunta infatti, la nostra scuola verrà accorpata ad un’altra e da questa assorbita. Attualmente contiamo 574 alunni, ciò significa che ne sarebbero sufficienti solamente altri 26 per salvare il Cicerone. Noi non ci adeguiamo all’attuale stato delle cose e non chiudiamo gli occhi di fronte a questi evidenti problemi. Non occupiamo per moda. Non occupiamo perché ci va di saltare giorni di scuola. Non occupiamo perché vogliamo anticipare le vacanze di Natale. Non occupiamo per fare casino. Non occupiamo per fare danni. Occupiamo per il nostro futuro e per quello della nostra scuola, che sarà luogo di cultura e confronto in cui chiunque voglia è invitato a partecipare».
Ed ecco i loro obiettivi: «Qualora questa non venisse raggiunta infatti, la nostra scuola verrà accorpata ad un’altra e da questa assorbita. Attualmente contiamo 574 alunni, ciò significa che ne sarebbero sufficienti solamente altri 26 per salvare il Cicerone. Noi non ci adeguiamo all’attuale stato delle cose e non chiudiamo gli occhi di fronte a questi evidenti problemi. Non occupiamo per moda. Non occupiamo perché ci va di saltare giorni di scuola. Non occupiamo perché vogliamo anticipare le vacanze di Natale. Non occupiamo per fare casino. Non occupiamo per fare danni. Occupiamo per il nostro futuro e per quello della nostra scuola, che sarà luogo di cultura e confronto in cui chiunque voglia è invitato a partecipare».
15/12/2014