Il nuovo anno si apre con i migliori auspici in termini di prevenzione e repressione dei reati nella provincia pontina con un nuovo sequestro di beni operato dalla Polizia di Stato che, su impulso del Questore di Latina, Alberto Intini,continua la sua attività per far emergere illegalità e utilità “guadagnate” illecitamente.
Nel concreto, gli uomini dell’Ufficio Misure di prevenzione Patrimoniale e Personali hanno eseguito in queste ultime ore un nuovo decreto di sequestrodel Tribunale di Latina di tutti i beni riconducili a Maurizio De Bellis, 47 anni, legato da sempre agli ambienti della droga. L’ultima volta che le cronache locali hanno parlato di lui è stato prima delle festività natalizie quando è stato arrestato dai Carabinieri del Comando Provinciale di Latina nell’ambito di una vasta operazione antidroga denominata “Balena Bianca”. Le indagini condotte su disposizione della Procura di Latina consentirono ai militari dell’Arma dei Carabinieri di smantellare una importante organizzazione di narcotrafficanti con l’esecuzione di circa 30 ordinanze di misure cautelari tra il carcere e gli arresti domiciliari, con il sequestro di beni fittiziamente intestati a terzi per eludere accertamenti patrimoniali, ma tutti riconducibili al vertice del sodalizio. Sul conto di uno dei capi della predetta organizzazione, in parallelo alle indagini penali, la Divisione Anticrimine ha iniziato una serie di accertamenti patrimoniali da cui è emerso l’arricchimento illecito del pregiudicato il cui patrimonio accumulato nel corso degli anni era connotato dal “vizio di origine” della provenienza illecita. Fin da ragazzo De Bellis “militava” nelle piccole bande di minorenni che si riunivano per la commissioni di furti vari. Nel corso degli anni ha subìto varie condanne anche per reati molto gravi quali tentato omicidio in concorso,violazione della normativa sulle armi,detenzione abusiva di armi, lesioni personali e varie volte condannato per detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Anche le sue frequentazioni di pregiudicati sarebbero collegate allo spaccio di stupefacenti. Gli investigatori, quindi, hanno chiesto ai giudici non solo la misura personale per sottoporre il De Bellis ad un maggior controllo ma anche quella patrimoniale perché secondo le risultanze degli accertamentile consistenze del De Bellis, disoccupato e che non ha quasi mai presentato una dichiarazione dei redditi, sono da considerarsi frutto di un accumuloillecito. In tale contesto, i magistrati, condividendo le ipotesi della polizia giudiziaria hanno ritenuto che tutte le sue disponibilità apparirebbero sproporzionate rispetto ai redditi dichiarati dall’intero gruppo familiare avendo motivo di ritenere che essi siano il risultato di attività illecite. Il complesso mobiliare, immobiliare e finanziario sequestrato, per un valore di circa 2 milioni di euro, intestato a De Bellis, al coniuge, alla madre e alle tre figlie si concretizza in 15 beni immobili, 2 autovetture, 1 conto correnti, 3 libretti postali.