La mancanza di un assessore alla cultura al Comune di Latina si fa sentire eccome e la ripercussione più evidente si ha sulla gestione dei musei pontini. In un articolo pubblicato sul numero precedente del nostro quindicinale, Federica Reggiani già sottolineava come negli ultimi tre anni fossero crollate le visite ai musei cittadini: da 12.346 nel 2011 a 10.160 nel 2013. Ma non potrebbe essere altrimenti con musei chiusi il fine settimana, mai aperti la sera e dove non si realizzano progetti (e non per mancanza di dirigenti capaci). Caso emblematico quello del museo Duilio Cambellotti e della Galleria Civica.
Ad assumere l’incarico di direttore scientifico, da giugno 2010, è il professor Vincenzo Scozzarella, direttore scientifico anche del museo dell’abbazia di Valvisciolo. Basta dare uno sguardo a quanto fatto nei due musei negli ultimi anni, e raffrontarlo con quanto realizzato a Valvisciolo, per capire che, se qualcosa non va, quel qualcosa è da ricercare nella dirigenza politica: a Valvisciolo (un museo privato, gestito dai frati cistercensi) si organizzano ogni anno convegni, mostre e presentazioni. L’ultimo evento in ordine di tempo è datato 20 dicembre, quando proprio nei locali dell’abbazia, si è tenuto un convegno sulla museologia, patrocinato in parte dalla Provincia di Latina. A breve verrà presentato, proprio lì, un importante volume sulla Vergine. A Latina, silenzio. Le cause sono molteplici. Certo non si può fare un raffronto tout court tra museo di Valvisciolo e Museo Cambellotti: il primo è gestito da una comunità di frati francescani, evenienza che certo rende più semplice e meno dispendiosa l’amministrazione rispetto ad un museo cittadino.
Allo stesso tempo, però, il primo può accedere a molti meno fondi rispetto a quanto potrebbe fare un museo gestito da un ente pubblico come un Comune capoluogo di provincia. I fondi però a Latina non arrivano ed il motivo ha un nome: mancata progettualità. Nominare un direttore scientifico annualmente e senza rinnovo tacito, infatti, non permette una progettualità a lungo termine che permetta di accedere a fondi regionali ed europei. «In effetti – conferma lo stesso Scozzarella – molto spesso i fondi arrivano dopo 12-18 mesi dalla presentazione del progetto, quindi si può lavorare su una medesima cosa anche per due anni prima di realizzarla concretamente». Se si nomina il direttore scientifico a febbraio con un mandato che scade a dicembre è ovvio, quindi, come questi non potrà mai operare se non per l’immediato. Se a questo aggiungiamo la mancanza di dipendenti (cinque per quattro musei) e la mancanza di un assessore alla cultura, non ci si sorprende più della situazione in atto. Per ora,comunque, tutto tace. Forse nei prossimi giorni il Comune chiederà al Prof. Scozzarella di ricoprire il ruolo di direttore scientifico o forse si tarderà ancora, tanto poco cambia. Una cosa è certa: Latina non ha intenzione di puntare sulla cultura.