Colpo di scena oggi nel corso della diciottessima udienza del “processo Cerroni” che si sta celebrando presso la prima sezione Penale del Tribunale di piazzale Clodio di Roma. Manlio Cerroni, l’imprenditore che per decenni ha gestito il ciclo dei rifiuti di Roma e del Lazio, e Bruno Landi, ex Presidente della Regione Lazio negli anni ’90 nonché suo braccio destro, hanno chiesto al Presidente del Collegio di magistrati, Giuseppe Mezzofiore, che Nicola Zingaretti venga ammesso come nuovo testimone nel processo, nella sua veste di ex Presidente della Provincia di Roma. Zingaretti, nel frattempo divenuto Presidente della Regione, viene così convocato a difesa di Cerroni, della correttezza del suo modus operandi e dei suoi affari.
Le ipotesi di reato contestate a vario titolo dai magistrati al ras dei rifiuti, al suo entourage e a due ex dirigenti regionali, Luca Fegatelli e Raniero De Filippis, fanno tremare le vene dei polsi: associazione a delinquere, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture, traffico e interramento illecito di rifiuti, sovraffatturazione di oltre 11 milioni di euro ai danni di 10 Comuni dei Castelli Romani e Litorale (Ardea e Pomezia), reati ambientali, ed altro ancora. Tra l’altro, una lista testimoniale, che il Caffè ha pubblicato in esclusiva assoluta a settembre scorso, già c’era, e risale allo scorso settembre. Ma ora, a quella “vecchia” lista, si aggiunge un altro nome eccellente. I nomi eccellenti che avranno il compito di riferire in merito ai reati per i quali gli imputati sono stati rinviati a giudizio sono: sei ex Ministri (Matteoli, Ronchi, Pecoraro Scanio, Clini, Ornaghi e Fioroni); un ex presidente della Commissione Parlamentare sul Ciclo dei Rifiuti (Pecorella); sei ex Presidenti della Regione Lazio (Gigli, Pasetto, Proietti, Badaloni, Storace, Marrazzo); sei ex Assessori all’Ambiente della Regione Lazio (Delle Fratte, Ciani, Verzaschi, Saraceni, Hermanin, Zaratti); due ex Presidenti del Consiglio della Regione Lazio, Esterino Montino (attuale sindaco di Fiumicino) e Guido Milana (ora eurodeputato); tre ex sindaci di Roma (Rutelli, Veltroni e Alemanno); e tre ex Assessori all’Ambiente del Comune di Roma (De Petris, De Lillo e Visconti). E, inoltre, il Presidente in carica della Commissione Ambiente e Territorio della Camera dei Deputati, Ermete Realacci; l’ex Commissario straordinario dell’Emergenza Rifiuti della Regione Lazio, Corrado Carrubba, dal 2007 a capo dell’Arpa Lazio ad agosto nominato dal Ministro all’Ambiente Galletti sub-commissario dell’emergenza Ilva. E, per finire, i tre sindaci in carica di Albano, Nicola Marini, Viterbo, Leonardo Michelini e Guidonia, Eligio Rubeis. In particolare, il sindaco di Albano nella doppia veste di “accusatore-vittima” come parte civile per conto del Comune, nonché di “testimone-difensore” per il Gruppo Cerroni. Tutti costoro, secondo il patron dei rifiuti, dovranno presto recarsi in processo per “promuovere” davanti alla Corte, se così possiamo dire, la “bontà” dei servizi e costi praticati dalle società della “galassia” Cerroni sul territorio della Regione Lazio e, in particolare, nella discarica di Albano, epicentro e feudo dell’intera inchiesta giudiziaria. Testimonianze che per importanza dovrebbe precedere, secondo Manlio Cerroni ed i suoi difensori, persino quelle dei dirigenti e amministratori di società pubbliche e private, quali l’AMA e l’ACEA, e di professori universitari di diritto e materie scientifiche che avranno invece il compito svolgere, viceversa, la funzione di consulenti tecnici.