E’ stato respinto anche dalla Suprema corte di Cassazione il ricorso, presentato Franco Parziale, amministratore della coop Pana, il figlio Ernesto, ritenuto amministratore di fatto, Valentina Salsedo, moglie di Ernesto Parziale e alla guida della coop Giva fino al momento della sua elezioni in consiglio comunale in quota aForza Italia, e Daniela Taurelli, nuova amministratrice sempre della Giva. Si tratta dell’indagine che ha coinvolto l’ufficio Ambiente del comune di Anzio. A far partire l’inchiesta al sostituto procuratore della Repubblica Giuseppe Travaglini, affidata alla Guardia di finanza di Nettuno, era stato un esposto, in cui si parlava di voto di scambio in relazione ai lavori di alcune coop. Un operaio di una delle cooperative che lavorano per il Comune aveva sostenuto che quelle attività venivano garantite in cambio di voti. Le Fiamme gialle hanno così iniziato ad analizzare le determine con cui sono stati concessi diversi servizi alle coop e ritenuto che si trattasse di affidamenti frutto di abusi d’ufficio, andati avanti dal 2009 al 2014. Sui documenti sequestrati alle coop impegnate nei lavori commissionati dall’ufficio ambiente del Comune di Anzio, quindi, restano i sigilli. La Cassazione non ha trovato alcuna pecca nel provvedimento con cui, il 21 agosto scorso Travaglini ha fatto sequestrare, a fini probatori, una montagna di atti, computer, telefoni cellulari e quant’altro, nell’ambito dell’inchiesta in cui sono stati ipotizzati abusi d’ufficio in serie, finalizzati a far fare business irregolarmente ad alcune cooperative. Il sequestro era stato già confermato da parte del Tribunale del Riesame di Roma, il 6 ottobre dell’anno scorso, ma a quanto pare i coinvolti non si sono arresi ed hanno chiesto un nuovo pronunciamento. I finanzieri, durante le giornate delle hanno compiuto una serie di blitz, tanto in Comune quanto nella sede delle coop, estendendo poi le perquisizioni alle abitazioni degli indagati e sequestrando numerosi documenti e computer. Sigilli dunque alla stessa documentazione dell’ufficio ambiente, nella sede comunale di Villa Adele. Poi le indagini sono andate avanti, e sono ancora in corso, cercando di ricostruire con esattezza i rapporti tra Comune e cooperative, tra quest’ultime e funzionari dell’ente pubblico e politici, fino ai rapporti di lavoro, per mettere bene a fuoco chi e quando è stato assunto dalle coop. Un’inchiesta che ha ora ricevuto il placet anche dalla Suprema Corte.
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