«Segnalare alle autorità competenti chi esercita abusivamente la professione di agente immobiliare», questo l’appello di Santino Nardi, presidente provinciale di Fiaip Latina, la Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionali. «Il mercato dell’immobiliare, visto dall’esterno, può sembrare abbastanza semplice – spiega Nardi -, ma nella realtà spesso si riempie di inconvenienti se non di vere e proprie insidie: vendere o acquistare un immobile o un’attività commerciale comporta per sua natura una situazione impegnativa e importante nella quale è bene conoscere regole e mercato, oltre che dedicarvi tempo e attenzione».
Ma quanto è diffuso il fenomeno dei falsi professionisti? Più di quanto si creda, sottolinea il Presidente. L’obbligo di iscrizione degli agenti immobiliari nel Registro delle imprese e nel Rea – che ha fatto seguito alla soppressione del vecchio Ruolo –, avrebbe dovuto offrire certezze sul numero di mediatori qualificati attivi sul territorio nazionale. A tutt’oggi, a oltre tre anni dall’entrata in vigore delle nuove regole e a più di un anno e mezzo dal termine ultimo per aggiornare le posizioni, appare ancora molto problematico per non dire impossibile conoscere con certezza quanti siano i professionisti in esercizio in Italia. La fonte principale da cui attingere informazioni sono i registri tenuti dalle Camere di Commercio. Secondo dati Unioncamere gli operatori transitati dal vecchio Ruolo (soppresso con Dlgs 59/2010) ai nuovi elenchi sono 31.438, ai quali si aggiungono 4.732 nuove iscrizioni: in totale, dunque, i mediatori attivi sarebbero poco più di 36mila. A questi si sommano 8.490 soggetti non esercitanti e iscritti nell’apposita sezione del Rea: sono i cosiddetti “dormienti”, che hanno mantenuto i requisiti pur non praticando la professione. Quindi poco più di 40mila regolari ai quali, secondo stime Fiaip, debbono aggiungersi quasi altrettanti irregolari, per raggiungere il numero complessivo di circa 70mila tra autentici e “tarocchi”.
Secondo una stima del Centro Studi Fiaip, l’abusivismo, oltre a produrre gravi danni alla filiera immobiliare, genera un evasione fiscale pari a 450 milioni annui di base imponibile, derivante da provvigioni pagate illegalmente. La provincia pontina? Esercita un ruolo niente affatto trascurabile rispetto al fenomeno, cui contribuisce con un mancato introito per l’erario di circa tre milioni di euro, generati da un numero compreso fra 250/300 falsi professionisti. «Sono molto diffuse sia le finte agenzie immobiliari – commenta Nardi -, gestite da personale non in regola, che lavora in nero approfittando del delicato periodo di crisi economica e dei prezzi degli immobili costantemente in calo, sia gli agenti individuali abusivi, privi della legale autorizzazione ad esercitare il ruolo di mediatore». Contro tali impostori, come detto, è stato recentemente approvato dalla Commissione di Giustizia al Senato, su forte spinta della Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, il disegno di legge 2420 che modifica l’art.348 del codice penale ed inasprisce le pene per chi esercita abusivamente la professione: carcere fino a tre anni, condanna a pagare fino a €10.000 di sanzione e confisca dei beni di cui si serve nell’esercizio dell’attività. Il tutto sin dal primo illecito, e non dopo la terza recidiva come stabiliva il vecchio provvedimento.
Ma chi sono, oggi, gli intermediari tarocchi? Se un tempo, come ora, s’improvvisava agente il portiere, il giardiniere o il sensale da bar, spiega Nardi, oggi spesso sono anche i professionisti, avvocati, geometri, commercialisti, a tentare l’avventura. «Addirittura – racconta il presidente – capita che alcuni clienti portino il professionista come “garante” ed il sedicente amico, dopo poche ore, telefoni in agenzia proponendo la spartizione della provvigione come contropartita del proprio assenso».
Anche per questo è utile rivolgersi ad una agenzia immobiliare, rapportandosi con persone competenti e professionali, in regola con le normative e al servizio vero del cliente, rispettando un codice di etica professionale. Agenzie che conoscano queste problematiche e che siano capaci di affrontare e risolvere i problemi. «L’abusivismo e la mediazione occasionale vanno represse con più severi controlli, principalmente con una stretta attività di intelligence delle forze istituzionali, vedi Camere di Commercio, Prefettura, Guardia di Finanza e Comuni – conclude Nardi – ma occorre anche maggior consapevolezza da parte degli agenti stessi: denunciare gli abusivi ed informare con maggior incisività i clienti. Serve un cambio di mentalità da parte di tutti».