Tutto è iniziato quando una famiglia, composta da madre padre e due figli di cui uno disabile, ha occupato un ufficio Inpdap del Colosseo disabitato e si è rivolta all’associazione per essere seguita. Già le scorse settimane altri due uffici erano stati occupati. La famiglia avrebbe raccontato all’associazione l’episodio di cui sarebbe stata vittima proprio nei giorni precedenti. Una signora avrebbe richiesto alla famiglia 700 euro per le chiavi di una casa popolare di via Terenzio, alle spalle del Tribunale di Latina. In un incontro in un bar il nucleo avrebbe anticipato l’esigua somma di denaro e poi la donna avrebbe fatto perdere le sue tracce. Questa mattina l’associazione che segue ora la situazione della famiglia ha sporto denuncia alla Procura della Repubblica. Ma non è la prima volta che viene fuori una situazione del genere. Nei giorni scorsi, infatti, si è verificato un caso simile. Una famiglia avrebbe pagato 5.000 euro per le chiavi di una casa popolare in via Sezze. Ma a breve sarà costretta ad uscire perché senza alcun diritto per stare all’interno. Negli alloggi comunali – si ricorda – si accede solamente tramite graduatoria.
Che gli appartamenti “spacciati” esistano realmente o no, viene fuori un vero business di persone che lucrano sui disperati, che non hanno un tetto sotto il quale dormire ma riescono a procurarsi 5000 euro in pochi giorni pensando di risolvere la loro condizione disagiata ed invece non fanno altro che aggravarla. Le indagini andranno ora a fondo sui vari attori coinvolti nella vicenda e sulle loro responsabilità. Nella speranza che l’emergenza abitativa presente a Latina vada verso una risoluzione.