Non si rassegnava alla rottura del rapporto con la moglie. Voleva che la donna tornasse a casa con lui ma lei era tornata dai genitori. Quindi, dopo mesi di minacce, ha caricato in macchina un fucile e da Sonnino si è diretto a Nettuno, dove ha puntato l’arma contro la ex e il suocero e ha sparato ferendoli entrambi. Accusato di duplice tentato omicidio, avendo tra l’altro facendo fuoco ad altezza d’uomo, e dei reati legati al porto illecito di armi l’uomo, M. D. P. 52enne, ieri è stato condannato a sette anni di reclusione.
Il 14 giugno dell’anno scorso si era recato a Nettuno, dove la ormai ex moglie, P. F., viveva insieme ai genitori. Giunto in via Varazze, nel quartiere Padiglione, nei pressi della stazione ferroviaria, l’operaio aveva citofonato alla donna, chiedendole di scendere in strada per parlare. La 50enne, spaventata, aveva chiesto al padre, il 69enne R. F., di accompagnarla. Quando i due si erano trovati dinanzi a M. D. P. si erano resi conto che quest’ultimo era armato. Si era portato dietro un fucile da caccia calibro 12 e aveva iniziato a sparare, ferendo sia la ex moglie che l’ex suocero.
L’uomo si era poi dato alla fuga, rientrando a Sonnino, dove infine era stato arrestato e dove è ora detenuto ai domiciliari. «Volevo solo spaventarli, non volevo fare male a nessuno. Poi sono partiti dei colpi», si era giustificato l’operaio nel corso dell’interrogatorio tenuto dal gip. Ieri mattina, al termine della sua requisitoria, il pubblico ministero Giuseppe Strangio ha chiesto una condanna a dieci anni e otto mesi di reclusione. Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Velletri, Isabella De Angelis, ha però optato per una condanna inferiore a quella sollecitata dall’accusa e ha condannato l’imputato a sette anni. Entro novanta giorni verranno depositate le motivazioni della sentenza, mentre la difesa già pensa all’appello.