La promozione di Gianluca Faraone a direttore generale del Comune di Nettuno è stata un abuso d’ufficio. Con questa convinzione il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Velletri, Emiliano Picca, ha rinviato a giudizio lo stesso dirigente comunale Faraone e l’ex sindaco Alessio Chiavetta. I due, difesi dagli avvocati Ciro Palumbo e Cristiano Montemagno, dovranno comparire davanti al Tribunale di Velletri il prossimo 7 ottobre. Il giudice Picca ha invece prosciolto, perché il fatto non sussiste, gli ex assessori Riccardo Ferrante e Catia Baldetti, difesi dagli avvocati Luigi Di Mambro e Giorgio Amato.
Il 29 dicembre 2009, su proposta di Chiavetta, la giunta comunale approvò la nomina del dirigente Gianluca Faraone a direttore generale del Comune. Il 1 gennaio successivo entrò in vigore la legge finanziaria che, nell’ambito della cosiddetta spending review, nell’ottica di un taglio alla spesa pubblica vietò ai Comuni con meno di centomila abitanti di avere il direttore generale. Il contratto venne approvato il 25 gennaio e l’ente del Tridente si vincolò a pagare al direttore 121mila euro l’anno fino alla fine del mandato di Chiavetta. La Guardia di finanza di Nettuno iniziò a indagare e il sostituto procuratore della Repubblica di Velletri, Giuseppe Travaglini, aprì un’inchiesta, ipotizzando che quella scelta fosse stata un abuso d’ufficio, una forzatura solo per avvantaggiare Faraone. E a indagare ben presto fu anche la Corte dei Conti. Gli inquirenti si convinsero così che la nomina di Faraone a direttore generale, sulla quale lo stesso Faraone, come dirigente, partecipò e diede l’ok sulla regolarità tecnica e contabile dell’atto e sulla copertura finanziaria, fosse stata uno sperpero di denaro pubblico e appunto un abuso.
Sul fronte penale un processo è già in corso e quello a Chiavetta e Faraone potrebbe ora essere unificato al primo. L’ex sindaco e il dirigente sono già stati condannati intanto dalla Corte dei Conti a risarcire 54.225 euro al Comune di Nettuno, dopo che la nomina del direttore generale è stata bollata dai giudici contabili come un danno erariale.