Un cavillo legale. La mancata emissione di un nuovo decreto di irreperibilità per uno straniero, finalizzata a certificare ancora una volta che di quell’imputato non si trovava più traccia, e l’errore di dichiarare quell’uomo libero e contumace anziché irreperibile al momento dell’udienza preliminare. Schermaglie procedurali appunto. Ma sufficienti a far annullare la condanna per l’automobilista che, otto anni fa ad Aprilia, investì e uccise un 17enne in sella a uno scooter.
Il 23 aprile 2007, attorno all’una, attraversando l’incrocio tra via Mascagni e via Aldo Moro col motorino, l’apriliano Matteo Tedeschi, studente di 17 anni, venne investito e ucciso da una Volkswagen Passat condotta da Valerian Voroneanu, romeno, 53 anni. Il limite di velocità su quella strada era di 30 km/h e la Passat viaggiava a quasi 94. Lo straniero venne indagato e poi imputato di omicidio colposo. Al momento dell’incidente il 53enne viveva ad Aprilia, ma già durante le indagini di lui si erano perse le tracce. Giunto il momento di decidere se rinviare l’imputato a giudizio, il giudice non emise un nuovo decreto di irreperibilità. Dopo la condanna in primo grado a Latina, confermata due anni fa dalla Corte d’Appello di Roma, che concesso un po’ di sconto al 53enne aveva emesso una sentenza a due anni e mezzo di reclusione, la Cassazione ha così ora cancellato tutto. Tutto nullo e tutto annullato. Gli atti sono stati rinviati a Latina per un nuovo giudizio. Si ricomincia.