La discarica di Albano è “un’isola protetta”, almeno secondo la società Ecoambiente, riconducibile al grande Gruppo industriale guidato dal patron del settore rifiuti di Roma e dintorni, Manlio Cerroni. Così si legge nero su bianco in una rettifica inviata da questa stessa società ad un noto giornale nei giorni scorsi, in cui un dirigente alle dipendenze di Manlio Cerroni sostiene che l’inquinamento dei pozzi di controllo interni all’immondezzaio castellano – certificato da Arpa Lazio a più riprese nei mesi ed anni scorsi, per la precisione dal 2015 – sarebbe da attribuire non alla discarica, ma ad altri soggetti non meglio identificati, ma comunque riconducibili alle aziende attive nel quartiere di Cancelliera, un’area industriale decisamente lontana dal sito della discarica e suddivisa tra i comuni di Albano ed Ariccia. Questa pesante rettifica inviata al noto giornale è stata recapitata dal Gruppo Cerroni anche ai vertici di Regione Lazio, ufficio Rifiuti Lazio, assessorato regionale ai Rifiuti, comune di Roma, assessorato capitolino ai Rifiuti, e infine ai municipi di Albano, Ardea, Ariccia e Genzano. Secondo i cittadini, questa pesante rettifica costituirebbe – il condizionale è d’obbligo – una indebita pressione contro la libera stampa, contro i cittadini e la loro piena e totale libertà di opinione ed espressione, ma anche una pressione indebita contro le libere Autorità Pubbliche, a cui – va detto – in genere non si mandano rettifiche di questo tipo: per questo motivo i cittadini dell’associazione ‘Salute Ambiente Albano’ hanno presentato una querela alle procure di Roma e Velletri, al CSM, Tar Lazio e Consiglio di Stato. Infine, hanno chiesto un appuntamento urgente al capo della Procura di Roma, il dottor Francesco Lo Voi.
03/02/2022