COSA DICE L’AIFA: A CHI SPETTA LA “QUARTA DOSE”
Secondo quanto si legge nella circolare Aifa la “quarta dose” potrà essere somministrata «ai soggetti con marcata compromissione della risposta immunitaria, per cause legate alla patologia di base o a trattamenti farmacologici e ai soggetti sottoposti a trapianto di organo solido, è raccomandata la somministrazione di una dose di vaccino a mRNA, come richiamo (booster) di un ciclo vaccinale primario articolato su tre dosi (ciclo primario standard più dose addizionale a distanza di almeno 28 giorni dall’ultima dose), nei dosaggi allo scopo autorizzati (30 mcg in 0,3 mL per Comirnaty nei soggetti di età pari o superiore a 12 anni; 50 mcg in 0,25 mL per Spikevax nei soggetti di età pari o superiore a 18 anni), purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno 120 giorni dalla dose addizionale».
QUANDO SPETTERA’ AGLI ALTRI
«La strada maestra dovrà essere quella di avere dei vaccini aggiornati alle varianti e fare dei richiami annuali come avviene per l’influenza». Così ha commentato l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, a margine della presentazione dei progetti del Pnrr nell’Asl Roma 1, rispondendo a chi gli chiedeva se fosse favorevole alla quarta dose di vaccino anti-Covid. «Al momento è stata autorizzata per gli immunodepressi e i trapiantati per cercare di aumentare i livelli di contrasto al virus» ha aggiunto D’Amato. Come ha anche sottolineato Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute e professore di Igiene «le case farmaceutiche stanno sperimentando vaccini che coprono da tutte le varianti perché si è visto che quelli attuali dopo alcuni mesi cominciano ad avere delle defaillances non contro la malattia ma contro l’infezione. Fino a che non arriveranno questi nuovi preparati bisognerà allargare per gradi la platea della quarta dose: prima i grandi anziani e poi i più esposti al rischio, cioè gli operatori sanitari. Specialmente prima dell’inverno».