Il 3 marzo scorso si è tenuta l’audizione sul caso del nuovo maxi centro commerciale che potrebbe presto essere realizzato a Cecchina, la frazione di Albano, a due passi da Ariccia – Fontana di Papa. Del caso, su sollecitazione di associazioni e comitati, si sta interessando il consigliere regionale Marco Cacciatore, presidente della Commissione Urbanistica del Lazio. Argomento il PRINT approvato dall’amministrazione comunale di Albano per la realizzazione di una nuova struttura commerciale in località Fontana di Papa, proprio al confine tra il comune di Albano e quello di Ariccia, da realizzare su un’area agricola limitrofa alla intersezione tra la via Nettunense, via Ginestreto e via Campoleone. All’audizione richiesta dai 13 firmatari delle Osservazioni inoltrate all uff. tecnico del comune di Albano, ha partecipato una delegazione in rappresentanza dei comitati di quartiere ed associazioni del territorio rappresentativi della comunità cittadina di Albano: insieme a Italia Nostra sezione Castelli Romani, il comitato di quartiere di Villa Ferrajoli, l’associazione FabricAlbano, il comitato di quartiere “Tor Paluzzi”, il comitato di quartiere “Pavona uno” ecc. Tutti gli interventi hanno posto l’attenzione su due aspetti fondamentali: l’assenza di un reale interesse pubblico che possa giustificare in alcun modo la costruzione di un nuovo centro commerciale proprio sulla via Nettunense dove già si contano nel raggio di circa 7 km ben 13 grandi strutture commerciali, e persino qualche edificio commerciale abbandonato a causa della crisi, un eccessivo carico antropico che si manifesta anche attraverso un traffico veicolare problematico; tutto questo a scapito di un ettaro di terreno agricolo coltivato a vigna persino classificato in base al PTPR regionale come “Paesaggio agrario di rilevante valore”, inoltre in zona con criticità idrogeologiche, con una variante urbanistica che rappresenta una forzatura rispetto all’attuale destinazione agricola del sito ed una alterazione insensata della fisionomia del paesaggio. Come secondo aspetto, è stato sottolineato il fatto che il ricorso alla procedura ex LR 22/97 per il PRINT in esame non appare neppure corretta, posto che non si riscontrano le caratteristiche di cui all’art. 2 della medesima legge regionale, con particolare riferimento al soddisfacimento dell’interesse pubblico e delle ulteriori ragioni: “ …l’area oggetto della prevista trasformazione non è al momento edificata e pertanto non appare giustificato il ricorso ad uno strumento urbanistico finalizzato essenzialmente alla riqualificazione urbana”. Tra l’altro è dubbio anche il corretto computo della superficie del parcheggio, che poi viene ceduto al Comune che se ne dovrà fare carico per i costi di gestione. Come fa un parcheggio pertinenziale a diventare pubblico mantenendo la stessa superfice calcolata in base ai parametri urbanistici applicabili ad un centro commerciale? La realizzazione di una rotatoria su questo svincolo sarebbe in realtà solo un alibi per il PRINT poichè esperienza vuole che, in realtà, le rotatorie stradali edificate nei pressi dei centri commerciali sono essenzialmente a loro servizio quindi un opera pubblica funzionale all’accesso al Market. Danilo Ballanti ed Enrico Del Vescovo per Italia Nostra hanno quindi messo in evidenza come l’operazione in atto risulterebbe essere in favore soprattutto di interessi privati piuttosto che dell’interesse pubblico. Arturo De Marzi per il comitato di quartiere “Villa Ferrajioli” e Carla Oliva per “FabricAlbano” in particolare hanno sottolineato come ad Albano il “consumo di suolo” ha ormai raggiunto livelli preoccupanti ( oltre il 27 % secondo i recenti dati ISPRA assegnando ad Albano il terzo posto nel Lazio) e che occorre una legge regionale contro il consumo di suolo, esigenza sottolineata anche da Mauro Moretti del comitato Pavona-uno auspicando che la stessa commissione possa farsi portavoce nelle sedi opportune affinché la Regione nel ruolo di pianificazione e tutela del territorio, vari finalmente una legge sull’ esempio di altre Regioni come il Veneto ed Emilia Romagna. I convenuti hanno fatto appello alla regione affinchè possa evitare l’approvazione della variante urbanistica in oggetto che risulterebbe solo inutile e dannosa per l’ambiente, il paesaggio e la qualità della vita senza reali ricadute a beneficio dell’intera comunità.
05/03/2022