Strade pubbliche su terreni privati nel silenzio delle amministrazioni comunali che si sono succeduta in 25 anni. Succede a Torvaianica, dove da oltre un quarto di secolo alcune famiglie attendono che il Comune di Pomezia risarcisca loro dell’esproprio per pubblica utilità delle aree su cui sono sorte alcune strade, tra cui via Romania. La prima delibera di giunta risale al 1995, con la quale veniva approvato il progetto esecutivo dei lavori di realizzazione di via Romania e altre, la seconda datata 1999 e riguardava la sistemazione di strade interne a via Romania. I lavori si sono conclusi nel 2002 “senza tuttavia che l’amministrazione comunale procedesse all’acquisizione dei terreni, come invece imposto dalle relative delibere, mancando di dare avvio alla procedura espropriativa e rimanendo perciò gli stessi di proprietà privata”, si legge nella sentenza del Tar che nomina un commissario chiamato a eseguire gli espropri e a pagare i proprietari, in gergo tecnico “acquisizione sanante”, oppure in alternativa “restituire i terreni con il riconoscimento delle correlate somme spettanti agli interessati”, cosa quantomeno improbabile visto che le strade ci sono e vengono utilizzate da tutti.
TUTTO FERMO DAL 2020
Per vent’anni il Comune si era scordato della questione. Ma non i proprietari, che nel 2020 si rivolgono al tribunale amministrativo per ottenere la conclusione dell’iter, l’esproprio e il risarcimento. Lo stesso Tar aveva dato all’amministrazione comunale 30 giorni di tempo per fare ciò che andava fatto. Sono passati altri due anni. Il Comune si è giustificato parlando di “estrema difficoltà e complessità della ricostruzione dei rapporti proprietari e della successione delle diverse particelle: organico esiguo, ritardi dovuti alla pandemia, necessità di rivolgersi ad esperti esterni, molteplicità delle particelle catastali da ricostruire in rapporto ai diversi cespiti immobiliari e così via”. Circostanze che il giudice ritiene “irrilevanti”. Ora agli adempimenti penserà un commissario, nella persona del segretario generale. La sentenza parla del segretario del Comune di Latina, ma molto probabilmente si tratta di un errore.
IL COMMISSARIO AVRÀ CARTA BIANCA
“Il Commissario – si legge ancora nella sentenza – può adottare ogni provvedimento di competenza dell’Ente resistente, sostituendosi agli organi deliberativi e agli uffici, con piena facoltà di adottare tutti gli atti ritenuti utili o necessari per dare completa esecuzione al giudicato, comprese variazioni di bilancio, riconoscimento del debito fuori bilancio, accertamento di residui, riscossione di somme non incassate che risultino dovute all’Ente da privati a titolo tributario o tariffario o corrispettivo, alienazioni di beni dell’Ente, disposizioni organizzative e sottoscrizione di mandati di pagamento ed incluse altresì procedure di liquidazione collettiva, in deroga a qualsiasi normativa di settore”. Non solo: dovrà poi inviare una relazione alla Corte dei Conti “al fine di consentire la doverosa verifica della eventuale sussistenza di profili di responsabilità amministrativa in capo ai funzionari e agli amministratori del Comune”. Insomma, chi ha sbagliato pagherà di tasca propria.