Al tavolo dei relatori il magistrato Micaela Piredda, della Procura di Velletri, responsabile del settore giudiziario vittime di violenza di genere, la presidente del Comitato Pari Opportunità degli avvocati del Foro di Velletri Patrizia La Rosa e i colleghi, gli avvocati Arnaldo Melaranci, Paolo Catese, Alessia Mostocotto ed il commercialista Maurizio Cari. In aula magna anche alcuni responsabili delle forze dell’ordine, oltre ai molti avvocati, per la maggioranza donne, esperte di questa materia.
L’iniziativa rientra nel programma di lotta e “fare rete” su questa tematica delicata voluta dal procuratore capo Giancarlo Amato, che ha stabilito un pool al riguardo composto dalla comandante della Polizia Locale di Albano Commissario Maria Luisa De Marco, ispettrice della Polizia Locale di Frascati Cristina Lozzi e dal luogotenente dei Carabinieri Marco Guerra, coordinati dal magistrato Micaela Piredda intervenuta all’incontro. Nel pomeriggio è intervenuto anche il procuratore capo Amato e il direttore sanitario del Policlinico di Tor Vergata Marco Mattei, che con il dg Giuseppe Quintavalle collaborano al progetto contro la violenza di genere. Molti i consigli degli esperti e del magistrato Micaela Piredda, tra cui quello di non sottovalutare anche eventuali atti considerati non particolarmente aggressivi ma che denotano comunque un certo grado di violenza e molestia minore a livello domiciliare, come comportamenti maltrattanti davanti a figli minori o neonati sia verbali che maneschi.
«Ci sono diversi sportelli di ascolto – ha dichiarato il magistrato Micaela Piredda – al Tribunale di Velletri e in vari comuni dei Castelli Romani e Litorale nel territorio della Asl Roma 6, tra Ariccia, Rocca Priora, Nettuno, seguiti da avvocati, assistenti sociali, cooperative sociali, psicologi, operatori socio sanitari, forze dell’ordine e magistrati. Di questi dovreste avvalervene per stabilire la più giusta azione da intraprendere. Le denunce dovrebbero essere distinte e specifiche, altrimenti si potrebbe finire a perdere tempo inutile, tra migliaia di faldoni. E capire bene a monte di cosa si tratta realmente, tra contrasti personali, pretese economiche, oppure le i più gravi comportamenti di stalking, violenza economica e maltrattamenti fisico, azioni che costringono le vittime a vivere in maniera di completa paura e sottomissione nei confronti dei loro mariti, compagni o ex tali». Secondo alcuni avvocati che si occupano di questa tematica, perlopiù donne, la nuova legge “Codice Rosso” dovrebbe essere rivalutata e aggiornata rispetto ai casi più gravi, con provvedimenti più restrittivi nei confronti degli aggressori, stalker e comportamenti violenti, ma questo spetta ai legislatori, da parte loro il pool antiviolenza di genere della procura di Velletri non fa sconti a nessuno. L.S.