Il sistema corruttivo messo in piedi attorno alla sezione fallimentare del Tribunale di Latina era ampio, molto più ampio di quanto emerso a marzo, subito dopo gli arresti dell’ormai ex giudice Antonio Lollo, di una cancelliera, un finanziere e una serie di professionisti che avrebbero fatto affari insieme al magistrato ottenendo lauti compensi per la loro attività nell’ambito delle procedure concorsuali, dandogli poi parte di quelle somme. Vi sarebbero stati avvocati e commercialisti che avrebbero stretto con l’ex toga un vero e proprio patto corruttivo e altri che avrebbero ottenuto nomine di tutto rispetto omaggiando Vostro Onore con “bustarelle”, oggetti costosi, buoni per fare shopping di abiti griffati e persino pagandogli le bollette. Questo almeno quanto ha ribadito lo stesso Lollo davanti al gip del Tribunale di Perugia, Lidia Brutti, nel corso dell’incidente probatorio ottenuto dalla Procura per “blindare” le prove. E per gli inquirenti umbri è ormai arrivato il tempo di tirare le somme dell’inchiesta che ha portato a scrivere un “Romanzo Tribunale”.
Il primo interrogatorio-fiume l’ex magistrato lo ha sostenuto il 31 marzo scorso, dichiarando subito di “aver sostanzialmente venduto” la sua “funzione di giudice delegato nelle procedure concorsuali e/o incarichi collegati presso il Tribunale di Latina da due anni a questa parte”. Lollo ha poi iniziato subito a fare nomi, dichiarazioni che continuano a far tremare mezza provincia di Latina e non solo. “La vendita della mia funzione – disse – è avvenuta nei rapporti con i professionisti Marco Viola, Massimo Gatto, Vittorio Genco, Raffaele Ranucci, Fausto Filigenzi, Andrea Lauri e Marco Rini. Io affidavo stabilmente incarichi a questi professionisti in cambio di denaro o altre utilità”. Poi ha aggiunto: “Il Lodo, per i miei compleanni, poteva regalarmi 500 euro, oppure pagarmi la rata del mutuo, oppure regalarmi un quadro, come in un’occasione ha fatto il Polonio. Ricordo anche che il dott. Percuoco e altri professionisti mi facevano delle regalie. Ricordo altresì che il geometra Soldera mi faceva dei regali per le ricorrenze e ha anche provveduto a pagare parte dei lavori di ammodernamento dell’immobile costituente la mia abitazione principale”. E ancora, parlando di quanti gli diedero denaro per sottoporsi a delle cure: “Tra i professionisti di questo secondo gruppo posso indicare Irace Enrico (almeno 5mila euro), Antonio Candeloro (2.500 o 3mila euro), Francesco Caldiero (1000 euro), Walter Sillano (2.500 o 3.500 euro), Falconi Arnaldo (almeno 5.000 euro), Fioretti Luigi (10mila euro), Luciano Lodo (2mila euro), e Spadaccia Luca (20mila euro)”. Altri particolari l’ex giudice li ha inoltre forniti nell’interrogatorio sostenuto il 10 aprile scorso, parlando anche dei rapporti con i commercialisti Fontenova e dell’”accordo corruttivo con Fioretti Luigi”. Affermazioni ribadite, con quale ulteriore puntualizzazione, ora a Perugia, dove Lollo ha parlato di “una sorta di lavoro manageriale volto alla commissione di illeciti”.
Il primo interrogatorio-fiume l’ex magistrato lo ha sostenuto il 31 marzo scorso, dichiarando subito di “aver sostanzialmente venduto” la sua “funzione di giudice delegato nelle procedure concorsuali e/o incarichi collegati presso il Tribunale di Latina da due anni a questa parte”. Lollo ha poi iniziato subito a fare nomi, dichiarazioni che continuano a far tremare mezza provincia di Latina e non solo. “La vendita della mia funzione – disse – è avvenuta nei rapporti con i professionisti Marco Viola, Massimo Gatto, Vittorio Genco, Raffaele Ranucci, Fausto Filigenzi, Andrea Lauri e Marco Rini. Io affidavo stabilmente incarichi a questi professionisti in cambio di denaro o altre utilità”. Poi ha aggiunto: “Il Lodo, per i miei compleanni, poteva regalarmi 500 euro, oppure pagarmi la rata del mutuo, oppure regalarmi un quadro, come in un’occasione ha fatto il Polonio. Ricordo anche che il dott. Percuoco e altri professionisti mi facevano delle regalie. Ricordo altresì che il geometra Soldera mi faceva dei regali per le ricorrenze e ha anche provveduto a pagare parte dei lavori di ammodernamento dell’immobile costituente la mia abitazione principale”. E ancora, parlando di quanti gli diedero denaro per sottoporsi a delle cure: “Tra i professionisti di questo secondo gruppo posso indicare Irace Enrico (almeno 5mila euro), Antonio Candeloro (2.500 o 3mila euro), Francesco Caldiero (1000 euro), Walter Sillano (2.500 o 3.500 euro), Falconi Arnaldo (almeno 5.000 euro), Fioretti Luigi (10mila euro), Luciano Lodo (2mila euro), e Spadaccia Luca (20mila euro)”. Altri particolari l’ex giudice li ha inoltre forniti nell’interrogatorio sostenuto il 10 aprile scorso, parlando anche dei rapporti con i commercialisti Fontenova e dell’”accordo corruttivo con Fioretti Luigi”. Affermazioni ribadite, con quale ulteriore puntualizzazione, ora a Perugia, dove Lollo ha parlato di “una sorta di lavoro manageriale volto alla commissione di illeciti”.
08/10/2015