Le indagini sono iniziate nella primavera dell’anno scorso, quando il personale del 118 si recò a casa di Lancia e trovò la madre, Filomena Cocuzza, vittima di una forma di grave disabilità, in condizioni disumane. La donna era ricoperta da feci, vomito e formiche, era malnutrita, aveva gravi lesioni e piaghe da decubito, e non poteva neppure chiedere aiuto, essendo stata privata dal figlio del cellulare. Inutile il tentativo di salvarle la vita.
Ben presto emerse che il 49enne, un tossicodipendente, era stato scarcerato poco prima dei fatti, dopo aver scontato una condanna definitiva proprio per maltrattamenti nei confronti della mamma. Tornato a casa nulla però sarebbe cambiato.
Gli investigatori hanno raccolto alcune testimonianze e tracciato un quadro in cui sono stati descritti comportamenti “violenti e vessatori” nei confronti dell’anziana, che non poteva reagire e che sarebbe stata isolata da tutti. Ipotesi confermate dagli accertamenti medico-legali, che hanno portato gli inquirenti a ritenere che la vittima sia deceduta a causa dei “continui maltrattamenti fisici e verbali, associati ad un totale stato di abbandono, fisico e morale”.