È finita con una condanna (in primo grado) da parte del Tribunale di Velletri a due anni e quattro mesi, dopo 13 udienze di un processo serrato e molto combattuto che vedeva imputato per maltrattamenti Fabrizio Maiozzi, detto “lo Sciamano”, originario di Velletri. I fatti si svolsero tutti ad Anzio, dove abitava e conviveva con la sua donna e dove per due anni e mezzo aveva maltrattato, soggiogato e picchiato la compagna, una donna polacca 35enne. Fatto che balzò anche agli onori della cronaca nazionale più volte la scorsa estate con l’intervento della Polizia di Stato del locale commissariato e l’arresto in agosto di Maiozzi, dopo l’ennesima violenza fisica ai danni della donna che finì anche al pronto soccorso di Anzio.
I fatti partirono già durante i primi lockdown pandemici dell’inverno-primavera 2020, con varie segnalazioni da parte della giovane donna, che viveva con lui nel centro della cittadina balneare, per poi sfociare con lesioni fisiche molto gravi nei suoi confronti. In un caso si registrò appunto il trasferimento al pronto soccorso (con fratture e lesioni agli arti) e questo comportò il successivo arresto operato dagli agenti di polizia del locale commissariato nell’Agosto 2021.
Maiozzi, come è emerso dal lungo e battagliato processo, come ha spiegato in aula l’avvocato di Genzano Sabrina Lucantoni, spesso obbligava la donna a ritmi di vita sciamanici e isolati, costringendola a vivere segregata in casa, da sola, chiusa in una stanza, a mangiare le cose che diceva e preparava lui. Obbligandola anche a non usare il suo telefono personale, privandola della libertà personale.
Finché la donna ha deciso di affidarsi alla giustizia e al centro di aiuto di Nettuno, mostrando tutta le certificazione mediche in suo possesso delle varie aggressioni e lesioni subite ad opera del compagno, un 40enne disoccuppato di Velletri, che percepiva anche il reddito di cittadinanza.
La giovane donna ha così denunciato ogni sopruso, con l’aiuto e il sostegno del centro antiviolenza di Nettuno “Marielle Franco” e dell’avvocato del foro veliterno Sabrina Lucantoni. L’avvocato ha portato in Tribunale prove tangibili e inconfutabili a carico di Maiozzi, che nel frattempo aveva continuato a compiere atti illegali. In una occasione evadendo dal regime di arresti domiciliari, da Anzio, dove era stato posto dal giudice appunto per i maltrattamenti alla sua donna. Per alcuni mesi è stato rinchiuso in un carcere del nord Italia come pena aggravante delle sue azioni.
L’altro ieri la sentenza di primo grado pronunciata dal giudice monocratico del Tribunale di Velletri con la condanna a 2 anni e 4 mesi da scontare ai domiciliari e il pagamento di 10mila euro di provvisionale di risarcimento per i reati di lesioni e maltrattamenti nei confronti dell’allora compagna, che ora vive in una zona protetta, lontano dal soggetto, seguita sempre dal centro antiviolenza “Marielle Franco” di Nettuno, che ha seguito e accompagnato (con le assistenti specializzate) la donna nel suo percorso di denuncia e ripresa psico emotiva e fisica.