I quantitativi di rifiuti – sempre secondo l’ordinanza – saranno attentamente monitorati e l’Arpa dovrebbe effettuare monitoraggi a tutela della salute della numerosa popolazione che vive nei pressi dell’impianto di smaltimento.
Da decenni Roma continua a imporre, a forza di ordinanze e interventi delle forze dell’ordine, soluzioni tampone, che però non risolvono nulla, ma provocano l’indignazione dei Comuni costretti a subirne le conseguenze. Parliamo di comuni dove la differenziata si fa seriamente, nel rispetto dell’ambiente e che sono costretti ad essere sommersi dai rifiuti di una capitale incapace di organizzarsi.
La raccolta differenziata porta a porta è dimostrato essere l’unico metodo per ridurre i rifiuti e rendere economicamente vantaggioso tutto il ciclo di smaltimento e riuso, in modo da non inquinare l’ambiente e far calare anche le bollette che i cittadini devono pagare. A Roma da decenni questo non si riesce a fare, ma si va avanti con ordinanze e prove di forza contro i piccoli comuni dell’hinterland sommersi dai rifiuti di Roma.