Veleni pericolosi per la salute e l’ambiente continuano ad appestare le falde acquifere sotto la discarica di Albano. Lo certificano le analisi compiute da Arpa Lazio, l’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale, eseguite nei mesi di marzo, aprile e maggio scorsi e consegnate oggi, 19 luglio, al consigliere di opposizione di Albano, Marco Moresco: i documenti sono stati pubblicati anche sulla pagina trasparenza del comune di Albano. Entrando nel dettaglio, nei 4 pozzi-spia interni al sito industriale i tecnici dell’Arpa hanno rinvenuto 8 sforamenti di inquinanti rispetto ai limiti massimi fissati dalla legge e relativi ai parametri: Arsenico, Floruri e Zinco. Gli sforamenti vanno dal 100%, fino a punte del (quasi) 300%. All’interno della discarica, come noto, sono attivi 11 pozzi spia, ma ne vengono controllati dai chimi regionali solo 4, visto che le vecchie autorizzazioni che permettono al sito industriale di funzionare, classe 2009, in 13 anni non sono mai state ancora aggiornate e revisionate dall’Ufficio Rifiuti Lazio, nonostante i ripetuti solleciti di associazioni, comitati e cittadini. “Spero – ha dichiarato al nostro giornale il consigliere Marco Moresco – che l’Ufficio Rifiuti Lazio si degni di revisionare e aggiornare le autorizzazioni quanto prima. E spero, in attesa di quel momento, che in ogni caso il sindaco Massimiliano Borelli e l’Amministrazione del comune di Albano chiedano ad l’Arpa Lazio di analizzare, ogni mese, tutti i pozzi operativi all’interno dell’immondezzaio. A maggior ragione visto e considerato che a valle della discarica di trova un intero quartiere, quello di Ardea- Villaggio Ardeatino, ancora del tutto sprovvisto di acquedotto pubblico, con case e attività commerciali costrette ad attingere acqua dalla medesima falda acquifera della discarica”.
19/07/2022