Dalla Top Volley che ha scelto Cisterna pur di avere un palazzetto dello sport in cui giocare, alla Latina pallanuoto, costretta ad emigrare ad Anzio per l’assenza di adeguate strutture nel capoluogo pontino. Una città, Latina, che non sembra fare molto nello sport per meritare il ruolo di capoluogo di provincia.
È certamente una città dello sport con potenzialità enormi, ma a causa delle strutture inagibili lo sport sta emigrando. Ma non è solo un problema di pallacanestro e pallanuoto, le associazioni sportive dilettantistiche sono prive di palestre, palloni tensostatici e campi e sono condannate a chiudere a causa della perdita di iscrizioni.
Alcune società hanno dovuto fermarsi o andare fuori Latina, come la società del Latina Calcio, che si è aggiudicata per i prossimi dieci anni la concessione della gestione del campo sportivo Domenico Bartolani di Cisterna di Latina al fine di potenziare le sue attività, in particolare quelle del settore giovanile.
Nel numero del Caffè risalente a dicembre dello scorso anno è emerso che gli allievi della piscina comunale erano costretti ad allenarsi in pieno inverno nella piscina scoperta poiché quella interna era utilizzata da altre associazioni sportive (leggi l’articolo).
I cittadini naturalmente sono i più danneggiati da questa situazione.
«Bisogna rimettere mano al palazzetto dello sport o individuare delle aree nuove – afferma Stefano, un papà di un allievo della pallanuoto che segue da vicino la squadra -. Nel caso della piscina comunale, se il problema era la piscina scoperta si fa una tensostruttura per l’inverno così da sfruttare al 100% il servizio della piscina».
Sembra esserci sempre un problema di natura politica dietro, di concessioni date in passato, di disponibilità economica per poter far fronte a queste spese e un rimpallo tra Comune e associazione sportiva. Il covid non ha di certo aiutato la situazione.
«C’è stato un calo di iscritti – continua Stefano – e molti ragazzi si sono dovuti fermare, non hanno potuto fare sport e anche le associazioni sportive non hanno potuto ricevere la retta che i genitori pagano per mandare i figli a fare sport», generando il malcontento dei ragazzi.
Adesso c’è la voglia di ritornare a fare sport e così la volontà dei ragazzi e delle associazioni che stanno cercando di trovare delle soluzioni.
«Ad esempio – esorta Stefano -, dato che il campo sportivo è quello che è, si organizzano allenamenti facendo giocare più squadre nello stesso campo, ritagliandosi dei piccoli spazi ciascuno, perché le attività che vorrebbero aderire sono tante rispetto alla disponibilità effettiva dei campi, degli orari e degli spazi.
Ora che inizierà la nuova stagione della pallanuoto ancora non sappiamo né orari né giorni, perché non si sa come verranno gestiti gli spazi in acqua. E questo diventa un problema su come organizzare la vita di tutti noi. Come conseguenza molti ragazzi abbandonano. Cambiare continuamente giorni e orari crea scompiglio. Addirittura -continua Stefano – c’è un’altra società sportiva che ancora non sa quale palestra di quale scuola gli sarà affidata per allenarsi e quindi non può organizzare nulla, restando con le mani legate”.
Latina vorrebbe occuparsi di più e meglio dello sport. Sono nate delle associazioni come l’Osservatorio per lo sport che si stanno impegnando a livello locale proponendo varie soluzioni per far sì che lo sport ritorni ad essere un elemento importante per la città, ottenendo buoni riscontri.
Stefano prova anche a suggerire la strada da seguire: «La cosa più giusta sarebbe ricercare questi PNRR europei, fondi che permetterebbero di ottenere dei finanziamenti che il Comune potrebbe sfruttare per realizzare nuovi impianti sportivi e ristrutturare quelli fatiscenti, dando l’opportunità alle associazioni sportive di sviluppare i loro progetti a beneficio dei nostri figli».