Nei giorni scorsi, a seguito di un sorvolo di un elicottero della Guardia di Finanza, è stata individuata una estesa piantagione di circa 9.000 piante di canapa indiana, coltivata a cielo aperto su un terreno agricolo di Aprilia di quattro ettari, apparentemente adibito alla legale coltivazione di semi di canapa sativa light, pratica consentita dalla legge.
Tuttavia, l’attività dei Finanzieri, eseguita congiuntamente dal reparto aereo e dal reparto territoriale, ha portato le Fiamme Gialle a effettuare una serie di approfondimenti e sopralluoghi nei pressi della piantagione, riconducibile a una società agricola operante nel settore della coltivazione di fiori all’aperto.
La successiva attività di perquisizione è stata effettuata alla presenza del titolare dell’azienda agricola, un 40enne di origine italiana, il quale ha tentato di comprovare la “legalità” della piantagione esibendo documentazione contabile concernente l’acquisto di “sementi certificati” ammessa dal quadro normativo. Così, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Latina, è stato condotto, insieme a un consulente tecnico incaricato, un esame di laboratorio su alcuni campioni prelevati, accertando l’esistenza di circa 9.000 piante di canapa indiana risultate avere un valore di THC (valore rappresentativo della percentuale dell’effetto stupefacente) dieci volte superiore ai limiti legali.
Il 40enne è stato quindi arrestato. I finanzieri della tenenza di Aprilia, agli ordini del Sottotenente Leopoldo Festa, hanno proceduto al sequestro della piantagione di marijuana, dell’impianto d’irrigazione a “goccia” – costituito da un lungo reticolo di tubature, da una pompa di tiraggio dell’acqua e da due cisterne di 10.000 litri ciascuna – nonché della documentazione contabile attestante apparentemente l’acquisto di una modica quantità di semi certificati canapa sativa light e del cartello, apposto all’ingresso del terreno agricolo, che avrebbe dovuto dimostrare la presunta autorizzazione alla coltivazione “legale” dei sementi in parola.
L’elevato numero di piante di cannabis sottoposte a sequestro avrebbe comportato un quantitativo stimato di circa 2.500 kg di marijuana, che al dettaglio avrebbe fruttato circa 10 milioni euro.
Nell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip, il 40enne ha ammesso la sua colpa dicendo di aver fatto “una cavolata”.