l tumore al seno è il big killer n. 1 con circa 60000 nuovi casi stimati in Italia nel 2022. Oltre 3500 casi di tumore della mammella risultano metastatici all’inizio, rappresentando il 6,3% dei nuovi casi per anno, con una sopravvivenza a 5 anni del 47%. In seguito a questa manifestazione è stata istituita la giornata nazionale dedicata al tumore al seno metastatico organizzata il 13 ottobre nell’aula consiliare del Comune di Cisterna.
Il fatto che la data cada nel mese ottobre, dedicato per antonomasia alla “prevenzione”, diventa ancora più significativo: i media accendono i riflettori sul tumore al seno, è il momento in cui l’opinione pubblica può prendere coscienza della condizione di chi vive con questa malattia cronica. La stessa informazione sulla prevenzione diventa più completa ed incisiva e rappresenta anche il mezzo per rendere visibili la condizione di questa malattia ed il punto di partenza per far valere i diritti di queste pazienti.
Nel nostro paese oltre 45.000 donne convivono con questa malattia rappresentando oltre il 6% delle 800000 donne in Italia affette da tumore della mammella. La prima cosa da sottolineare è che la ricerca continua a fare importanti progressi e oggi il tumore al seno metastatico può essere trattato e tenuto sotto controllo per molti anni, garantendo tra l’altro una buona qualità di vita. Una malattia curabile sempre più “cronicizzabile”, sebbene non ancora guaribile.
Questa è la differenza fondamentale rispetto al tumore in uno stadio iniziale e non avere la possibilità di guarigione si ripercuote negativamente su ogni aspetto della vita di queste pazienti, psicologico, lavorativo, sociale e familiare.
Al contrario di quanto avviene negli Usa, il tumore al seno metastatico è ancora un tabù, un argomento scomodo di cui si parla poco sui media. Negli Usa nell’ottobre del 2009 è stata istituita la “metastatic breast cancer awareness day”, cioè la giornata dedicata alla consapevolezza e sensibilizzazione sul tumore al seno metastatico. Il merito di questa importante iniziativa è di sole 9 donne che hanno marciato su Washington fino alla Casa Bianca, riuscendo a sensibilizzare il Senato e la Camera dei Rappresentanti.
Da queste considerazioni nel 2014 è nato con l’associazione Europa Donna Italia il primo movimento di advocacy per il tumore al seno metastatico interno e il 13 ottobre del 2015 è stata lanciata la campagna mediatica affinché venisse celebrata la giornata dedicata al tumore al seno metastatico anche nel nostro Paese.
Per quanto riguarda la Regione Lazio il 13 ottobre del 2019, venne organizzata dall’Associazione Volontari Ospedalieri (AVO) di Latina e dalla prof.ssa Paola Miceli, delegata Europa Donna Italia Regione Lazio, la giornata nazionale sul tumore al seno metastatico presso il museo Duilio Cambellotti, con la presenza della dott.ssa Loredana Pau, vicepresidente nazionale e coordinatrice associazioni di Europa donna Italia.
In questa occasione la dottoressa Pau, in una cerimonia molto toccante insigni della Onorificenza di “Donna ad honorem” l’allora Direttore Generale Dott. Giorgio Casati. Proprio in omaggio a quell’evento e in memoria di Paola Miceli, si è voluto inserire come allora nella locandina e nel frontespizio del programma il dipinto “Blu moon expedition” di Duy Huynh.
Numerosi gli ospiti dell’evento
- il Prof. Fabio Ricci direttore Brest Unit Asl Latina, a cui il Caffè negli scorsi numeri ha dedicato ampio spazio;
- il Prof. Daniele Santini direttore UOC Oncologia Università Sapienza di Roma-Polo Pontino;
- la Prof. ssa Antonella Calogero, Direttrice Dipartimento di Scienze e Biotecnologie Medico-Chirurgiche Facoltà Farmacia e Medicina Università Sapienza di Roma-Polo Pontino;
- il Prof. Carlo De Masi, Dirigente Medico Direttore Radiologia Senologica Ospedale Goretti Latina.
Erano inoltre presenti i Comandanti provinciali della Guardia di Finanza Giovanni Marchetti e dei Carabinieri Lorenzo D’Aloia; il Sindaco di Cori Mauro De Lillis, le rappresentanti di DonnaPiù Lilt Latina e ANDOS Aprilia, Anna Maria De Cave e Resy Lanciano.
Dopo il saluto della presidente della Consulta Donne Alessandra Pontecorvi si è aperta la prima sessione dei lavori, moderata dai prof. Fabio Ricci e Daniele Santini, nella quale si sono alternati nelle loro puntuali esposizioni la dott.ssa Alessandra Rita La Manna, la dott.ssa Maria Antonietta Ulgiati, il prof. Roberto Tozzi, la dott.ssa Susanna Busco.
Dopo il coffee break, la seconda sessione, moderata dalla prof.ssa Antonella Calogero e il prof. Carlo De Masi, con gli interventi delle dottoresse Alessandra Tomei e Gloria Fanelli, la dottoressa Genoveva Boboc, l’ oncologo dott. Luigi Rossi che hanno illustrato una panoramica puntuale sulla situazione territoriale in relazione agli screening mammografici, la radioterapia, le nuove terapie mirate e le prospettive di vita.
Ad introdurre e concludere l’evento il Sindaco di Cisterna, Valentino Mantini, il quale ha sottolineato la
«Passione con cui i numerosi relatori hanno trattato argomenti non certo semplici, e la speranza che hanno saputo infondere nel folto pubblico, in relazione ai dati sempre più confortanti, alle innovazioni ed ai percorsi terapeutico-assistenziali che rendono possibile la guarigione del cancro diagnosticato precocemente o la cronicizzazione dei tumori metastatici».
Il messaggio che si intende comunicare è che la ricerca scientifica sta sviluppando per il tumore al seno metastatico, terapie sempre più efficaci, personalizzate e promettenti, che è indispensabile un approccio multidisciplinare e che tutto ciò è possibile con la presa in carico del paziente in una Brest Unit. La paziente deve diventare parte integrante della Brest Unit puntando anche alla “Qualità della Vita” con una “Umanizzazione” del percorso.
riLa direttrice generale della ASL di Latina dott.ssa Silvia Cavalli ha dichiarato:
«Le pazienti devono essere accolte, ascoltate, comprese, non sminuite nei loro timori, non relegate ad un ruolo di passività ed impotenza, ma assumere un ruolo condiviso degli eventi, dobbiamo far emergere le loro debolezze e fragilità creando una rete solidale, in cui la somma di tante debolezze diventano una grande forza. Non dobbiamo curare il tumore della mammella, ma la paziente affetta dal tumore»
È necessario fare rete, riunendo tutte le forze disponibili in uno sforzo corale, per la riuscita di questo progetto che vuole dare finalmente una risposta alla domanda di un bisogno rimasto per troppo tempo inascoltato.