Tutto rientrava nell’ordinario.
Pioggia, vento e fulmini non hanno mai fermato nessuno… fino a questi ultimi anni.
Perché il maltempo ora ci fa paura?
Il motivo per cui siamo oggi diventati così meteofobici, con tutte le annesse conseguenze, parte da lontano, ma non troppo. I cambiamenti climatici, che i trumpiani di tutto il mondo continuano a negare, in realtà ci sono eccome e si fanno sentire. Pioveva allora come piove oggi, è vero, ma oggi succede in maniera differente. I giorni di pioggia sono di meno, ma quando arrivano, producono effetti spesso devastanti. Il fenomeno delle bombe d’acqua è diventato un evento ‘normale’. Il maltempo, bisogna ammetterlo, oggi fa molti più danni che in passato.
A tutto ciò si abbina una mutata legislazione. Oggi si punta alla sicurezza, e questo è un bene. Soltanto che quando si parla di meteo, per stessa ammissione dei meteorogi è difficilissimo prevedere l’evoluzione di fenomeni che da alcuni anni si comportano in modo anomalo rispetto a quanto dovrebbero fare, secondo i nostri modelli meteorologici. In parole povere, non ci stiamo capendo più molto di maltempo.
Responsabilità o scaricabarile?
Riusciamo ancora a prevedere che pioverà nel 99% dei casi, è vero. Ma non sappiamo indicare quanta pioggia realmente farà, dove colpirà una eventuale bomba d’acqua, che danni farà.
Per questo l’ente preposto, la Protezione civile, si tutela lanciando l’ALLERTA METEO, di vari colori, secondo la gravità prevista. Per legge a tale avviso i Comuni devono reagire tutelandosi a loro volta con una serie di obblighi, allertando una struttura che si attiva come dovesse venire giù il diluvio universale.
Il principio base diventa quello della massima prevenzione. Perché se dovesse succedere qualcosa, ognuno si troverebbe legalmente tutelato dalle decisioni restrittive prese. Più che una catena di comando a me sembra uno scaricabarile delle responsabilità, dove l’ultimo decide giocoforza di chiudere le scuole.
Così la maggior parte delle volte i ragazzi, che alla notizia della chiusura hanno fatto la ola nelle loro case, restano a casa a guardare dalla finestra là fuori dove c’è un po’ di pioggia e il vento che fischia e muove le fronde degli alberi.
Dice il comunicato della Protezione civile
“Il Centro Funzionale Regionale rende noto che il Dipartimento della Protezione Civile ha emesso oggi l’avviso di condizioni meteorologiche avverse con indicazione che dal primo mattino di domani, martedì 22 novembre 2022 e per le successive 24 ore, si prevedono sul Lazio: venti da burrasca a burrasca forte dai quadranti occidentali. Forti mareggiate lungo le coste esposte. Inoltre dalle prime ore di domani martedì 22 novembre e per le successive 24-30 ore si prevedono precipitazioni diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento.
Probabilmente finirà tutto con qualche piccolo danno a qualche struttura un po’ più fatiscente e in casi particolarmente sfortunati forse anche qualche ferito leggero che a casa non è voluto o potuto rimanere. Insomma sembra la montagna abbia partorito il solito topolino.
Ma poi è giusto pensare che anche in Italia gli eventi di maltempo catastrofici, con morti e gravi danni alle cose, ce ne sono sempre più spesso e non sono facilmente prevedibili. E allora il principio di prevenzione è fondamentale.
Probabilmente l’unica cosa di cui siamo certi è che ai mutamenti climatici globali dovremo abituarci, adattando la nostra vita a questo nuovo stato di cose. Come dovremo abituarci agli allarmi meteo a cui poi non segue un particolare maltempo o, viceversa, a una catastrofica bomba d’acqua di cui nessuno ci aveva avvertito.
A Roma si dice “T’a da dattà”.