Condannati due dirigenti del Ministero delle Finanze per non aver impedito a Tributi Italia, socio privato di Aser – società mista che dal 1999 al 2010 ha riscosso i tributi per conto del Comune di Aprilia – dall’esercitare l’attività di riscossione. La società infatti tratteneva sui suoi conti quanto riscosso, lasciando il Comune senza il becco di un euro. Nonostante le tante segnalazioni, denunce e appelli, il ministero prese la questione con leggerezza. «Un modus operandi che ha sottratto alla città più di 50 milioni di euro che avremmo potuto utilizzare in servizi ed infrastrutture per il territorio», spiega il sindaco Antonio Terra.
Per tale motivo la Corte dei Conti ha accolto parzialmente l’appello della Procura centrale condannando i due dirigenti al risarcimento verso diversi Comuni italiani. Aprilia è il comune che ha ricevuto il danno maggiore: per questo riceverà circa due milioni di euro di risarcimento.
«Anche la magistratura contabile certifica quello che abbiamo sempre segnalato. Un altro pronunciamento dunque a nostro favore, il provvedimento dei giudici contabili sottolinea quanto abbiamo sempre detto e denunciato contro l’Aser. Chi doveva controllare non l’ha fatto e chi doveva riversare al Comune le tasse dei cittadini non l’ha fatto creando un danno senza precedenti».
La battaglia contro l’Aser ha prodotto anche una maxi condanna per il Comune di Aprilia a pagare 15 milioni di euro per il cosiddetto “addendum”, l’accordo capestro firmato nel 2007 dall’amministrazione Santangelo. La battaglia contro l’Aser iniziò da subito, con l’amministrazione del sindaco Meddi ma fu nel 2009 con l’amministrazione D’Alessio, di cui Terra era vice sindaco e Antonio Chiusolo assessore alle Finanze, che si riuscì a portare a casa il risultato. Aprilia era sull’orlo della bancarotta.