«Dopo la trasmissione di Pomeriggio Cinque, le persone della mia città mi fermano per strada e mi dicono che le ho prese in giro». A parlare delle conseguenze causate dalla trasmissione andata in onda lunedì 23 su Canale Cinque è Renato Maffia, il papà del piccolo Emilio bloccato nelle Filippine perché non viene trascritto in Italia il certificato di paternità. Tutto è iniziato quando la redazione del programma di Barbara D’Urso ha contattato Bianca Francavilla, la giornalista di Latina che si è occupata della vicenda, invitandola in trasmissione insieme al signor Renato.
Nei giorni seguenti è stata organizzata la diretta e, poiché Maffia non ha un’abitazione stabile la giornalista ha messo a disposizione la propria casa per il collegamento. Telecamere montate, riflettori accesi, microfoni e spiegazioni con la regia per non sbagliare niente durante la trasmissione. Eppure, qualcosa è andato storto. Non appena si è aperto il collegamento, Barbara D’Urso ha presentato la vicenda: «Renato è in collegamento da casa sua a Latina insieme a Bianca, un’amica di famiglia». Questa breve frase pronunciata alle 18.15 su Canale Cinque ha generato gravi risvolti per il signor Renato, che notoriamente non ha una casa, dorme in un box, da qualche amico o nell’ufficio dove lavora. Addirittura Bianca, che non è una sua amica ma la giornalista che sta seguendo il caso, gli aveva donato un maglione di suo padre perché Renato non aveva a disposizione un abbigliamento che lui riteneva adatto per una trasmissione tv.
Inoltre, dopo due ore e un quarto seduto su un divano in attesa del collegamento, Renato ha umanamente risposto con un sorriso alla battuta del cameraman che era alla sua destra. «Ci sono buone notizie Renato visto che ridi?» ha incalzato immediatamente Barbara D’Urso. E ancora: «Io di certo non reagirei così se fosse mio figlio in queste condizioni, ma a volte la tv falsa le cose». Insomma, non certo una buona presentazione per un papà che lotta ogni giorno per salvare la vita di suo figlio.
«Dopo la trasmissione – spiega Renato a Il Caffè – mi hanno quasi aggredito al bar di Latina dove vado ogni sera. Mi hanno accerchiato e detto: “Ma come, metti i salvadanai in giro per la città chiedendo alla gente di aiutarti a inviare dei soldi per le cure di tuo figlio nelle Filippine e poi abiti in una villa con il camino?”. Mi sento in imbarazzo: la gente sembra credere più a Barbara D’Urso che a me». Il danno della frase era stato intuito da subito, tanto che il signor Renato e la giornalista pochi secondi dopo la diretta hanno contattato gli autori e la redazione del programma chiedendo una immediata rettifica. Ma oltre a svariate scuse ricevute non c’è stata nessuna smentita. «Ieri – continua Renato – ho avuto problemi anche alla Caritas, dove vado ogni giorno a mangiare pur di inviare tutti i soldi che ho a mio figlio a Manila. Hanno tentennato prima di darmi da mangiare perché i pasti sono pochi e, se io avessi una casa come detto in televisione, potrei certamente pagarmeli da me».