Una certezza certificata anche dal Ministero dell’Interno che, già nelle prime ore sul sito istituzionale, elaborato a cura del Direzione Centrale per i Servizi Elettorali, confermava l’assegnazione dell’8° seggio a Verdi Sinistra Velletri Beni Comuni e del 9° al candidato Sindaco Orlando Pocci. Ma arriva il ribaltone”, scrivono in una nota i Verdi Sinistra Velletri Beni Comuni.
“Il mercoledì 31 maggio, nel corso della riunione della Ufficio centrale, presso il Comune di Velletri, dopo la proclamazione del neo Sindaco, nel corso dell’assegnazione dei seggi al gruppo di liste di opposizione di minoranza al ballottaggio, venivano assegnati 8 seggi anziché 9 determinando l’esclusione di Verdi Sinistra Velletri Beni Comuni nella persona di Sergio Andreozzi, candidato più votato della lista. Di fatto una clamorosa e inspiegabile rilettura dell’assegnazione dei seggi, fuori di ogni logica normativa e del quadro complessivo della giurisprudenza, più volte espressosi con sentenze chiare e cristalline del Consiglio di Stato, tra l’altro puntualmente richiamate nelle linee guida del Ministero”.
“C’è sicuramente un evidente problema sostanziale di interpretazione della norma che mina uno dei meccanismi fondanti del gioco democratico. Da una parte un’istituzione, più che qualificata come il Ministero dell’Interno, dei suoi uffici specializzati guidati da funzionari della carriera prefettizia, che ogni giorno e ogni consultazione elettorale, in tutta Italia, supportano un percorso così delicato. Dall’altro un’altra istituzione come l’Ufficio centrale e il magistrato di garanzia, nominato dal Tribunale di Velletri”, tuonano ancora i Verdi. “Nell’immediatezza di questo delicato passaggio, i legali consultati hanno provveduto all’accesso agli atti e all’invio di una nota formale con richiesta di rettifica rivolta anche alle autorità di controllo. In assenza di un diverso orientamento, circostanza auspicabile per tutti, la questione sarà posta nelle opportune sedi della giustizia amministrativa, per rivendicare, oltre che 1 seggio, aspetto comunque non trascurabile, la certezza del diritto, che deve evidentemente essere non equivocabile. In gioco non c’è l’opinione di una lista, ma di due istituzioni di garanzia che si pongono con giudizi contrastanti, su una materia così delicata”.