In fatto di tasse noi italiani abbiamo i nervi scoperti, giustamente. Siamo i più tartassati al mondo, ma quello che più ci fa arrabbiare è quel modo di rapportarsi con noi che ha l’apparato burocratico che sembra addirittura volerci deridere. Oltre al danno (economico), spesso anche la beffa.
Lo Stato è il mandante, Equitalia l’esecutore.
Bella idea questa della mezza “sanatoria” dei debiti dei cittadini: Iva, Irpef, multe e bolli auto e vari altri balzelli potranno essere pagati entro il 28 febbraio in soluzione unica, cioè non a rate, così lo”ˆStato ci fa lo sconto, cioè non ci fa pagare gli interessi di mora e quelli per ritardata iscrizione a ruolo che, soprattutto per vecchi debiti, arrivano spesso a pesare anche più della metà del debito.
Non si possono invece sanare i debiti relativi a contributi richiesti da enti previdenziali come Inps e Inail, i tributi locali non riscossi da Equitalia, le somme derivanti da sentenze di condanna della Corte dei Conti (come quelle inflitte ai politici). Si può pagare presso tutti gli sportelli di Equitalia, o negli uffici postali con il bollettino F35, indicando tassativamente nel campo “Eseguito da” la dicitura “Definizione Ruoli – L.S. 2014”.
Tutto bello, ma nella macchina burocratica c’è sempre qualcuno in agguato pronto a rendere difficile il facile e a piazzare trappole su un percorso che in realtà potrebbe essere semplificato.
Innanzitutto la norma non prevede che Equitalia vi debba mandare alcun avviso: sempre pronta a inondarci di lettere, cartelle, avvisi minacciosi, adesso che potrebbe farci una comunicazione utile si defila e se ne lava le mani. E se andate in un ufficio Equitalia e chiedete di pagare il dovuto per poter aderire alla sanatoria, vi sentirete rispondere: «Non possiamo dirvi noi quanto dovete pagare, lo dovete calcolare da soli», al massimo vi stampano una specie di estratto conto pieno di numeri, voci e codici certo incomprensibili per il cittadino comune, che, secondo loro, dovrebbe farsi i conti da solo, pagare subito e poi attendere la risposta a fine giugno. Praticamente è come un gioco a premi: se avete azzeccato la cifra vincete lo storno degli interessi, ma se avete sbagliato, questi riapparirannop magicamente: il danno e la beffa, appunto.
Il Ministero dell’Economia, interpellato, cade dalle nuvole e non è a conoscenza nemmeno di una fantomatica “circolare” che obbligherebbe l’impiegato allo sportello (anche lui una vittima) a non dare assistenza al tartassato che vorrebbe solo capire quanto deve pagare. Equitalia dice di non poter fare il conteggio, che questo può essere fatto solo da chi vanta il debito. Insomma, il solito scaricabarile! Ma il cittadino a chi chiede?
Così, magari, vi siete svenati per togliervi quell’ipoteca di dosso, pagando una grossa cifra a febbraio, e vi ritrovate a giugno ancora con l’ipoteca, perché avete sbagliato il calcolo.
Naturalmente nessuno al Ministero o ad Equitalia sarà responsabile.
COME USUFRUIRE DELLA SANATORIA IN 4 MOSSE
1- CAPIRE QUALI DEBITI AVETE CON EQUITALIA
E’ fondamentale sapere esattamente a quanto ammontano i nostri debiti ‘giacenti’ presso Equitalia.
Si può avere una sorta di estratto conto (estratto di ruolo) tramite internet, ma la procedura è lunga e macchinosa. L’unica soluzione consigliabile è quella di andare allo sportello di Equitalia e chiedere la stampa di tutte le cartelle che si hanno in sospeso.
Non aspettatevi però aiuti dal personale che è allo sportello: se trovate una persona ‘compassionevole’ provate a farvi indicare quali sono le voci che potete non pagare grazie alla sanatoria, ma nessuno si assumerà la responsabilità di farvi il conto, ve la dovete cavare da soli!
2 – CALCOLARE QUANTO DOVETE PAGARE
Per capire bene quali somme possiate sanare tra i vostri debiti bisognerebbe essere in grado di leggere bene le complesse cartelle di Equitalia e conoscere esattamente i contenuti della legge che regola questa sanatoria. L’unico consiglio da darvi è quello di recarsi da un esperto: un commercialista andrebbe bene senz’altro, mentre i Caf, al momento, ancora non sembrano coinvolti.
Potete anche provare a fare i conti da soli, ma attenzione, quando andate a pagare allo sportello, Equitalia non vi confermerà assolutamente nulla: voi pagate, poi qualcuno farà i controlli e se avete sbagliato a fare i conti, la sanatoria non viene accettata e quindi perdete gli “sgravi”.
3 – PAGARE TUTTO ENTRO IL 28 FEBBRAIO
La data entro cui si può pagare per ottenere la sanatoria è quella del 28 febbraio 2014 (eventuali proroghe a parte). Poiché per chiudere una pratica in realtà occorre recarsi almeno 2 volte presso gli sportelli di Equitalia, è meglio muoversi subito. Si può pagare anche negli uffici postali, tramite bollettino F35, ma è certo meglio pagare a uno sportello Equitalia (anche a costo di lunghe file) davanti ad un funzionario a cui poter chiedere qualche chiarimento. Da Equitalia si paga con assegno circolare (solo se siete certi dell’esatto importo), con assegno bancario, con bancomat o contanti (sotto i 1.000 €); sono escluse le carte di credito.
4 – ATTENDERE LA CONFERMA ENTRO GIUGNO
Equitalia invierà entro il 30 giugno, mediante posta ordinaria, una comunicazione di avvenuta estinzione del debito ai contribuenti che avranno pagato nei termini previsti.
SPORTELLI EQUITALIA
Apertura al pubblico:
dal Lunedì al Venerdì ore 8.35-13.30
Frascati: Via Sciadonna 26
Velletri: Via XXIV Maggio 24
Ostia: Viale della Marina 38
Latina: SS Monti Lepini,Km 51 (c/o B.go S. Michele)
Fondi: Viale Piemonte 1 (c/o Mercato ortofrutticolo)