10 ANNI DI PROCESSO
L’attività di indagine aveva preso avvio in seguito ad una specifica informativa della Guardia di Finanza, Sezione operativa navale di Anzio del 25 marzo 2013 dalla quale emergevano molteplici occupazioni abusive del demanio marittimo presso i comuni costieri di Anzio, Ardea e Pomezia.
Al termine della fase pre-processuale che aveva visto l’emissione dell’invito a fornire deduzioni nei confronti di 25 dirigenti/funzionari, la Procura aveva chiamato in giudizio il dirigente di Ardea.
L’AUTORIZZAZIONE ILLEGITTIMA
Il dirigente nel 2010 “ora per allora”, aveva rilasciato un’autorizzazione per occupazione di pubblico demanio marittimo dal 1998 al 2015, “attestando falsamente l’avvenuto pagamento del canone per il periodo 1998-2009, in assenza di prove documentali dei versamenti che venivano, poi, richiesti dall’Agenzia del Demanio, con ingiunzione del 19/02/2012, così desumendosi, secondo la Procura attrice, il mancato pagamento dei canoni”.
Nel 2021 l’ex dirigente era stato condannato a pagare 187.975 euro. L’ex funzionario aveva presentato appello sostenendo la “difformità tra invito e citazione” che avrebbe violato il proprio diritto di difesa e per la prescrizione.
QUESTIONE DI FORMA
Una questione di forma che però è risultata fondamentale. La Corte dei Conti ha riconosciuto “la nullità della citazione qualora non sussista corrispondenza tra gli elementi essenziali del fatto esplicitati nell’invito a dedurre e l’esposizione dei fatti e degli elementi di diritto costituenti le ragioni della domanda con le relative conclusioni”.
Pur riconoscendo che “l’illegittima concessione rilasciata dal dirigente non poteva e non doveva essere emessa”, l’atto di citazione contestava un fatto “nuovo”, rispetto a quanto dedotto in sede di invito concentrandosi esclusivamente sul rilascio del provvedimento concessorio reputato illegittimo, sulla falsa attestazione in esso contenuta dell’avvenuto pagamento dei canoni per il periodo antecedente 1998-2009, nonché sulla mancata indicazione del canone dovuto.
Risultato: appello accolto e dirigente salvo.
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