Nei giorni di sabato e domenica, al costo di 1 euro, è disponibile il servizio navetta, organizzato in collaborazione con Sac Mobilità, con il bus che partirà dal centro di Nettuno e raggiungerà la pineta a ridosso della spiaggia di Torre Astura.
Per chi volesse potrà usufruire del servizio, sempre al costo di 1 euro, per raggiungere più comodamente la spiaggia parcheggiando la macchina nell’area di via Valmontorio.
Gli orari della navetta
ANDATA
Ore 9.15 – 14.30 – 16.45
RITORNO
Ore 10.00 – 15.20 – 18.00
Partenze dal parcheggio di via Valmontorio per la spiaggia:
Ore 9.40-14.50-17.15
Le fermate della navetta:
1- Via S. Barbara 123 (Supermercato Todis)
2- Via Cervino 7 (Fermata Rubeo)
3- Via S. Giacomo 1 (Scuola De Franceschi)
4- Via Ugo La Malfa (Supermercato PAM)
5- Stazione Ferroviaria (Fermata Cotral)
6- Via della Liberazione 27 (Parcheggio)
7- Piazzale degli Eroi (Poligono)
8- Via Acciarella (altezza via Val Di Chiana)
9- Via Valmontorio (Parcheggio Torre Astura)
10- Pineta (Spiaggia Torre Astura)
La storia di Torre Astura
Nel sito la prima villa famosa di cui si ha notizia fu quella di Cicerone. In età imperiale l’edificio si arricchì anche di una pescheria, di cui si vedono oggi ancora i resti.
Nel medioevo il luogo passò sotto il potere della famiglia Frangipane che costruì la prima torre, come fortificazione contro le scorrerie dei Saraceni.
In quel periodo il luogo fu testimone di un famoso fatto storico. A Torre Astura, infatti, si rifugiò nel 1268 l’Imperatore Corradino di Svevia, mentre fuggiva dopo la sconfitta subita ad opera del re di Napoli Carlo D’Angiò nella battaglia che Dante nomino di “Tagliacozzo”. Da Torre Astura Corradino e i suoi fedeli volevano imbarcarsi per raggiungere l’alleata e sicura Pisa. Ma i Frangipane senza pensarci troppo, non diedero protezione allo sconfitto e consegnarono a re Carlo l’illustre ospite, che venne quindi fatto prigioniero, portato a Napoli e decapitato.
Nei secoli seguenti la torre passò sotto il dominio dei Caetani, degli Orsini e poi dei Colonna, fino anche a papa Clemente VII Aldobrandini e infine della famiglia dei Borghese, che circa 50 anni fa donò la zona e il monumento al Comune di Nettuno