Le mirate attività info-investigative della Guardia di Finanza hanno consentito di individuare diverse modalità all’interno delle aziende controllate finalizzati all’evasione di contributi previdenziali ed assistenziali e ritenute ai fini IRPEF. Sono stati, in particolare, ricostruiti i compensi in nero corrisposti a numerosi dipendenti, nonché l’adozione di forme di organizzazione del lavoro e di retribuzione caratterizzate da maggiori ore e giornate lavorate e non retribuite in busta paga.
In particolare, in sede di accesso presso i luoghi di lavoro veniva rinvenuta documentazione extracontabile unitamente a programmi gestionali delle presenze, installati sui pc in uso alle aziende, attraverso i quali i finanzieri riuscivano a quantificare le ore e le giornate effettivamente lavorate dai dipendenti, rilevando significative incongruenze e discrasie con quelle ufficiali, indicate sulle buste paga, risultate notevolmente ridotte.
La ricostruzione eseguita dai militari della Compagnia di Fondi ha consentito di quantificare più di 14.000 ore di lavoro prestate dai lavoratori non assoggettate alla contribuzione previdenziale ed assistenziale ovvero non pagate. Veniva inoltre appurato come le buste paga ed il libro unico del lavoro riportavano per la quasi totalità dei dipendenti dati non veritieri alterati “al ribasso”.
In seguito alle condotte descritte, sono state irrogate sanzioni amministrative fino ad un massimo di 310.000 euro.
L’azione della Guardia di Finanza è stata finalizzata non solo a reprimere le condotte illecite a danno dell’Erario con riguardo alle ritenute fiscali e alla contribuzione previdenziale e assistenziale, ma anche a tutelare il rispetto delle condizioni previste per i lavoratori disciplinate dai contratti di lavoro collettivi.
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