Albano, ignoti hanno decapitato la Donna del Lago, ossia l’opera d’arte costruita dal maestro (e ingegnere Giuseppe Verri). La statua che ammira da anni il lago Albano di Castel Gandolfo, posta sull’affaccio del Belvedere dei Sognatori (per sapere di preciso dove si trova l’opera vandalizzata, clicca qui), uno dei più suggestivi dei Castelli Romani, è stata, per l’appunto, decapitata.
Nardi lancia l’allarme: “Albano non è un paese per sognatori”
La notizia dell’evento è stata diffusa da Luca Nardi, consigliere comunale di Albano in quota M5S. “Non è un paese per sognatori – scrive Nardi – Mi piacerebbe pensare che la trasgressione non fosse quella di rompere, sporcare e vandalizzare i luoghi più belli della nostra “casa” bensì di aggiustare, pulire e valorizzare..
Parafrasando il mio amico Giacomo Tortorici lo so…#sognotranquillo…”
La statua donata dal maestro (e ingegnere) Giuseppe Verri
Alcuni anni fa le associazioni locali avevano bonificato l’area, che era completamente abbandonata, donato delle panchine e organizzato piccoli eventi musicali restituendo alla cittadinanza un luogo che era pieno di rifiuti, rovi e arbusti. Proprio per l’inaugurazione del nuovo Belvedere il maestro lanuvino Giuseppe Verri aveva donato la sua opera, per l’appunto la ‘Donna del Lago’, installata a futura memoria nello scorcio paradisiaco dei Castelli Romani, che purtroppo però è stata presa di mira dai vandali che hanno deturpato l’opera con scritte e graffiti già varie volte, compresa la notte scorsa, lunedì 23 ottobre, in cui la statua è stata decapitata.
Giuseppe Verri, da Los Angeles a New York
Giuseppe Verri di professione ingegnere, non ha mai praticato, ci racconta chi lo conosce e gli vuole molto bene. È titolare di un bellissimo agriturismo situato a Lanuvio, sulla via Cisternense. Ma le sue uniche e vere passioni sono e restano la scultura e l’arte. Giuseppe Verri nasce scultore nel senso più autentico del termine, poiché a tre anni giocava plasmando la creta e da allora non si è più fermato. Di Giuseppe Verri esistono almeno settecento, forse ottocento opere sparese in tutto il mondo: Australia, Russia, Patagonia, Messico, Brasile, Guatemala, Los Angeles, New York, Washington, Madrid e ancora. Tra pagine di una personalità ricca, con periodi scritti di pudore degno del genio assoluto, definisce la sua scultura, frutto della follia che ha dentro. Alcune di queste opere sono esposte in luoghi pubblici e privati dei Castelli Romani.
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