Pomezia, 168 licenziamenti alla Fiorucci
Ma sulla vertenza e sui relativi 168 licenziamenti che sono stati al momento confermati continua ad essere totale lo scontro tra la società proprietà della Fiorucci stessa, riconducibile alla Navigator Group e White Park Capital, e i sindacati.
Ora è arrivata anche una nuova interrogazione urgente a risposta scritta del senatore (in quota Sinistra Italiana) Giuseppe De Cristofaro inviata al Ministro del Lavoro del Governo Meloni, Marina Elvira Calderone.
L’interrogazione del senatore De Cristofaro
“Lo stabilimento della Cesare Fiorucci S.p.A. di Santa Palomba di Pomezia (Roma) – si legge nel documento – ha usufruito in passato di ingenti contributi, quali quello della Cassa del Mezzogiorno, così come della Comunità europea e dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Dal 1996 al 2010 ha frequentemente esternalizzato o chiuso reparti e servizi, sempre riducendo il numero di lavoratori e sempre usufruendo di ammortizzatori sociali tra cassa integrazione straordinaria e mobilità. Nel 2013 è stato presentato un “piano industriale” che prevedeva 250 licenziamenti. Attualmente è di proprietà di una holding costituita dai fondi di investimento industriali “Navigator group” (con sede in Germania) e “White park capital” (con sede in Irlanda).
390 dipendenti a rischio
Con i suoi circa 390 dipendenti (prima della presentazione del piano di licenziamento collettivo) essa risulta essere una delle più grandi realtà manufatturiere dell’area sud della città metropolitana Roma, decisiva per i territori di Pomezia, Ardea e i Castelli romani.
Lo stato di crisi permanente
Considerato che: nonostante si trovi almeno dal 2019 in una situazione di crisi, con valori di EBITDA negativi, il piano industriale per il 2023 presentava soltanto poco meno di un milione di euro di investimenti. Per lo più destinati al mantenimento degli ordinari livelli di salute e sicurezza del lavoro, senza prevedere nulla in ottica di rilancio.
Il passaggio di mano dell’estate 2023
Il 100 per cento della Cesare Fiorucci è stato ceduto, nel corso dell’estate 2023, alla holding citata senza alcuna informazione preventiva alle organizzazioni sindacali né ai dipendenti da parte della dirigenza uscente.
Alla data del 3 agosto le organizzazioni sindacali non avevano ancora conosciuto il nuovo management aziendale né il piano industriale e di investimenti della nuova dirigenza.
Giovedì 23 novembre 2023, a fronte di una comunicazione incompleta riguardo alle eventuali azioni di rilancio dei produzione e di incremento delle quote di mercato della Fiorucci. La dirigenza dell’azienda ha comunicato alle organizzazioni sindacali e alle rappresentanze sindacali aziendali la chiusura di alcuni reparti.
Cessano le produzioni stagionali
La cessazione delle produzioni stagionali, la riduzione dell’orario del reparto mortadelle a 3 giorni settimanali e, con soli 4 giorni di preavviso, il licenziamento di 212 dipendenti. Pari ad oltre il 50 per cento del personale attualmente occupato nello stabilimento di Pomezia, a partire dal 27 novembre. L’azienda si è mostrata più volte non disponibile non solo a ritirare la procedura di licenziamento, ma addirittura ad utilizzare strumenti quali gli ammortizzatori sociali o contratti di solidarietà.
Le domande al Ministro
Si chiede di sapere: se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto descritto e se non voglia approfondire la legittimità dei licenziamenti del personale. Pari alla metà dei lavoratori in servizio. Messi in atto senza neanche provare a ridurre l’impatto sociale della propria decisione con ammortizzatori sociali o contratti di solidarietà.
Tavolo azienda – sindacati
Se non ritenga di istituire un tavolo con l’azienda e le organizzazioni sindacali, al fine di tutelare 212 lavoratori in una situazione economica molto precaria.
Se non ritenga che la decisione da parte dell’azienda sia in qualche modo da correlare con l’iter già avviato per la realizzazione del termovalorizzatore di Roma. Impianto industriale che sorgerà a poche centinaia di metri di distanza e che stravolgerà completamente sia la viabilità, sia la logistica, sia il tessuto produttivo e abitativo dell’intera area circostante”.
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