Il faccia a faccia tra Ministro e l’ex sindaco
“Un caffè, questa mattina – scrive l’ex sindaco sui suoi canali social – con il Ministro dell’Ambiente Gilberto Picchetto Fratin a Frascati. Abbiamo affrontato molti argomenti tra i quali la drammatica situazione della carenza idrica in cui versano i laghi di Castel Gandolfo e Nemi e la scellerata ubicazione, scelta dal Sindaco Gualtieri, del termovalorizzatore di Roma”.
La falda idrica unica dei Castelli Romani piegata dall’edilizia e… dall’inceneritore
Il problema idrico dell’area sud di Roma e in particolare dei Castelli Romani è ormai noto. La falda idrica dei Castelli è ‘unica’ e molto estesa. Questo ‘racconta’ la Carta Idrogeologica approvata dalla Regione Lazio a giugno scorso (per scaricarla, clicca qui).
La falda idrica si estende da Rocca di Papa, località Pratoni del Vivaro, e si ‘allunga’ fino ad abbracciare i due comune di Ardea e Pomezia, ivi incluso il terreno prescelto dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, per costruire il suo mega inceneritore da 600mila tonnellate annue di rifiuti. Una quantità superiore alle stesse esigenze della Capitale che per ‘sfamare’ il suo impianto sarà quindi costretta a comprare altrove spazzatura da incenerire.
Quel terreno con vista… discarica di Albano Laziale
Tornando al terreno, quello di Santa Palomba, è situato solo tecnicamente nel comune di Roma, in località Santa Palomba, ma proprio sull’ultimo lembo romano, a ridosso della discarica di Albano laziale ed a due passi dai comuni di Ardea e Pomezia. L’inceneritore di Gualtieri e Acea per funzionare, del resto, consumerà grosse quantità di acqua.
Quantità d’acqua, si stima, pari a circa 30mila litri l’ora, h-24, 365 giorni all’anno, per i prossimi 4 decenni. Una quantità d’acqua che rischia di mettere in ginocchio, per l’appunto, non solo la falda idrica dei Castelli Romani, di Ardea e Pomezia, ma anche di prosciugare (letteralmente) i due laghi, Albano e Nemi.
L’acque dell’inceneritore prelevata dalla falda dei Castelli Romani
L’acqua consumata dall’inceneritore verrebbe quindi sottratta alla falda unica dei Castelli, di Ardea e Pomezia. Un problema, quest’ultimo, che andrebbe a pesare sulla situazione pregressa. Vale a dire sulla crescita edilizia esponenziale dei Castelli Romani che ha avuto luogo negli ultimi 50 anni, o forse più.
Crescita che ha generato un sovrasfruttamento progressivo della falda idrica. Non è un mistero che la popolazione residente è aumentata sempre più. Insieme alle esigenze procapite di consumo d’acqua potabile per i vari scopi, non solo civili ma anche industriali.
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