Il massimale previsto è di 1.500 pazienti a medico, ma secondo il Tribunale del malato di Aprilia non dovrebbe superare i 1.000. Per far fronte all’emergenza, addirittura, alcuni dottori hanno accettato di lavorare ‘in deroga’ con un massimale di 1.800 pazienti.
Medici di base in grave difficoltà
Entro breve andrà in pensione un altro medico che ha 1.529 pazienti. Questi si sommeranno ai 6.000 che hanno il medico in deroga rispetto al massimale previsto (1.500). Ad Aprilia ci sarà una carenza di medici di famiglia per diverse migliaia di persone.
Ma lavorare con 1.800 persone da seguire è quasi impossibile.
Il risultato in giro per la città si vede. File di pazienti fuori dai portoni dove i medici di base hanno il loro studio. Medici costretti a diminuire i tempi da dedicare ad ogni singolo paziente. Lunghe file anche solo per una ricetta.
E la buona vecchia visita del dottore della mutua che ti veniva a casa anche solo per una influenza… nemmeno a sognarsela.
Nonostante l’informatizzazione i meccanismi della sanità pubblica sono ancora farraginosi e i medici di base sono davvero allo ‘stremo delle forze’. Soprattutto dopo essere usciti da una pandemia che non è diventata catastrofe solo grazie a loro.
Tribunale del malato di Aprilia
Spiega il Tribunale dei diritti del malato di Aprilia:
«Risulta evidente che il tempo a disposizione del cittadino bisognoso di cure ma anche di avere un rapporto di fiducia con il proprio medico, di essere ascoltato e seguito si restringe sempre più.
Ogni medico di famiglia non dovrebbe superare i 1000 pazienti per poter operare efficientemente.
Aumentare la quota di iscritti al Medico di Base è risultato svantaggioso per il paziente ma anche per il medico stesso, stressato dalla mole di impegni per visite, ricette, certificati e, per molti di loro, dal dover seguire le nuove procedure informatiche».
Alleggerire le liste d’attesa
«La figura del medico di famiglia è fondamentale per il futuro di una sanità territoriale che possa offrire al cittadino le prestazioni di cui ha bisogno, e soprattutto la presa in carico dei pazienti con cronicità attraverso i Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali promossi dai medici di medicina generale, anche attraverso gruppi di Unità di Cure Primarie formate appunto dai Medici di Base.
La presa in carico dei pazienti cronici permetterebbe di alleggerire del 50% le liste di attesa e in parte anche il ricorso al Pronto Soccorso dei codici bianchi», prosegue il Tribunale dei diritti del malato.
Aprilia, futuro non rassicurante
Il futuro non è rassicurante. Infatti si prevedono numerosi pensionamenti considerando che l’età media dei medici di famiglia è prossima ai 60 anni.
Le cause della carenza di personale medico vanno riferite a mancanza di programmazione nel ricambio dei medici (pensione, trasferimenti, ecc.), numero di accesso chiuso, insufficiente, per le facoltà di Medicina e Chirurgia, normative di concorsi e regolamenti non aggiornate.
«È necessario che le autorità preposte prendano coscienza dell’aggravarsi della situazione e senza indugi mettano in atto una fase di ristrutturazione del sistema», conclude il Tribunale.
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