Grazia Scuccimarra, attrice comica di straordinaria intelligenza e cultura, sa come prendere il suo pubblico, lo travolge con la sua verve, con la sua maliziosa analisi su i pregi e i difetti di chi ci circonda, con la sua critica spietata della politica e della società. Ma sempre in modo gradevole ed attraverso un esilarante e serrato dialogo con il pubblico, che la adora, si riconosce nelle tante situazioni che racconta, si sbellica dalle risate.
Ma chi erano le ragazze dei Sessanta e in cosa erano diverse da quelle di oggi?
Certo parliamo di un periodo del dopoguerra, allegro, spensierato e onesto in confronto a questo abbastanza sguaiato e volgare. E le ragazze sono evidentemente diverse; il filo conduttore dello spettacolo si snoda dall’adolescenza delle ragazze degli anni ’60 fino ai giorni nostri, con un interrogativo costante: che fine hanno fatto le ragazze degli anni ’60? Ed è qui che la Scuccimarra si sbizzarrisce nel ripercorrere il loro modo d’essere giovani, amare, vestire, studiare, sognare, atteggiarsi, fare politica e muoversi nel sociale, in un continuo ed esilarante confronto con i tempi attuali.
Come una frustata, la parola e i gesti della protagonista si abbattono sui personaggi e sulle vicende di quel periodo, un tempo che continua ad insidiare i giorni nostri.
Tutto ciò la Scuccimarra ce lo presenta in modo brillante, servendosi di una fine satira e rifuggendo da cadute di stile o banali luoghi comuni.
musiche: Grazia Scuccimarra, arrangiamenti: Pino Cangialosi, luci: Flavio Bruno.