«Solo l’apposizione di un vincolo di tutela potrebbe impedire di deturpare ancora il nostro territorio», spiega il consigliere regionale Angelo Tripodi che ha dato notizia per primo dell’atto.
«Anche il Piano Regolatore Generale di Lugli, attualmente vigente ad Aprilia, non è riuscito a vincolare le bellezze paesaggistiche e archeologiche, nonostante le importanti scoperte nelle campagne apriliane fatte negli anni Sessanta. Se l’iter per il vincolo si concludesse positivamente, rappresenterebbe un vero cambiamento».
L’iter procede spedito
Procede dunque spedito l’iter per l’apposizione di un ampio vincolo paesaggistico destinato a tutelare, entro qualche mese, due grosse aree verdi di Aprilia-nord: in queste due zone, se il vincolo verrà confermato in via definitiva, non si potranno, in sostanza, realizzare nuove costruzioni civili o industriali (solo eventualmente modificare o ristrutturare quelle preesistenti), ma solo avviare nuove attività agricole o turistico/ricettive: agriturismo, centri enologici, B&B, etc.
Questo atto potrebbe ora complicare una eventuale ipotesi di discarica nella zona di via Scrivia tra La Gogna e Riserva Nuova. Basterà? Difficile dirlo ora.
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I vincoli
Questo ampio ‘corridoio verde’ andrebbe a costituire – nel caso in cui il vincolo fosse confermato definitivamente – un anello naturale di collegamento con altre due aree sotto tutela ministeriale da più di qualche anno: una di 2mila ettari situata a cavallo tra Ardea e Pomezia; l’altra e seconda di 1400 ettari ai Castelli Romani, tra i tre comuni di Marino, Castel Gandolfo ed Albano.
«Non si tratta di un progetto teso a penalizzare qualcuno, ma a difendere ciò che di buono il territorio ha da offrire, un regalo alla collettività – aveva detto l’ex assessore all’urbanistica Roberto Boi presentando l’atto –. Esistono sul nostro territorio delle aree di rilevante valore paesaggistico, dove l’assenza di edificazione, la bellezza del paesaggio, la sua morfologia, ci permette di introdurre un vicolo ambientale e integrale».
I limiti di azione nelle aree agricole
Nelle aree agricole incluse nel perimetro e dove già in assenza dei requisiti (lotto minimo di 3 ettari e possibilità edificatorie garantite ai coltivatori diretti), non è possibile costruire, l’istituzione del vincolo chiederà una maggiore attenzione a chi vorrà realizzare nuove attività artigianali e industriali, creando un argine ai progetti impattanti per il territorio.
Non trattandosi di un vincolo di inedificabilità assoluta, saranno garantite le attività agricole. Bocciato l’emendamento proposto dall’opposizione, che includeva sei nuclei inclusi nella variante di recupero, quindi non assimilabili a Campagna Romana e che rischia di compromettere l’iter procedurale sottoposto alla Soprintendenza e alla Regione Lazio.