Era il 2018 e Cremonini, non come politico (sarebbe stato eletto solo nel 2022) ma in qualità di referente di Coldiretti, era stato avvicinato da due personaggi legati alla criminalità organizzata a casa del consigliere comunale in questione.
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Il tentativo di infiltrazione
L’affare proposto era succulento: indirizzare gli agricoltori di Ardea verso un fornitore di carburante legato proprio alla cricca. Lui disse no.
«Ho detto no categoricamente a personaggi vicini alla camorra che volevano incastrare i cittadini e i coltivatori diretti di Ardea – spiega il sindaco Cremonini.
«È indubbio che la lotta al malaffare passa anche attraverso questo. Ci sono incontri in cui bisogna tenere aperti gli occhi e un incarico pubblico da sindaco o da presidente della locale Coldiretti lo impongono», spiega.
«Il litorale certo non è un territorio semplice e lo sappiamo bene. Da molto tempo si parla di interessi che coinvolgono diverse sfere di malaffare – aggiunge il primo cittadino –. Sono interessi malavitosi che si intrecciano con quelli economici e per i quali invito alla massima attenzione».
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Il malaffare si veste in giacca e cravatta
«Ogni azione promossa da me, personalmente, è rivolta al bene pubblico ed è realizzata nella massima trasparenza. A tal punto che di questa indagine, proprio perché può agito con onestà, lo ho appreso ieri da alcuni giornalisti. Ardea impone da sempre un’attenzione in più perché è una terra di confine dove spesso il malaffare si veste anche in giacca e cravatta. Non te ne accorgi subito, ma li devi scrutare negli occhi. E quegli occhi e quella proposta non mi piacevano affatto».
Se il sindaco ne esce a testa alta, il consigliere di maggioranza – qualora fosse indagato – dovrà spiegare molto dei suoi rapporti con certi personaggi.