Tutto è iniziato con un decreto del questore di Roma, che aveva sospeso per 60 giorni la licenza di pubblico esercizio all’attività gestita da P.C. (queste le iniziali del nome) sul lungomare di Tor San Lorenzo. La questura aveva poi chiesto al Comune di Ardea di valutare la possibilità di revocare alla commerciante la licenza stessa, visto che la donna era stata condannata per detenzione illecita di droga, il 2 aprile 2014, a otto mesi di reclusione e tremila euro di multa. Alla luce del decreto legislativo numero 59 del 2010 e della precedente legge regionale del 2006, che prevedono la perdita delle autorizzazioni per pubblici esercizi da parte di chi ha riportato condanne per problemi relativi alle sostanze stupefacenti, il 18 febbraio scorso il Comune ha così revocato a P.C. la licenza e le ha ordinato l’immediata cessazione dell’attività di pubblico esercizio per la somministrazione di alimenti e bevande.
La barista ha però fatto ricorso e il Tar del Lazio ha ora accolto le rimostranze della ricorrente. Le norme prevedono infatti la revoca della licenza a chi ha riportato condanne definitive, e non è questo il caso della commerciante, e soprattutto senza sospensione condizionale della pena, ottenuta invece dalla donna. Il provvedimento del Comune, ritenendo che sia stato emesso in carenza dei presupposti “giuridico-fattuali” per l’adozione, è stato così cestinato dal Tar.