La Divisione Anticrimine della Polizia di Stato della Questura di Roma ha eseguito un provvedimento di confisca, divenuto definitivo all’esito della pronuncia della Corte d’Appello di Roma.
La ‘ndrangheta ai Castelli Romani
L’uomo, 63enne, a cui sono stati confiscati i beni vive ai Castelli Romani, per la precisione a Rocca di Papa. Secondo i giudici è “inserito in pericolosissimi contesti di criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista, operante nel mandamento tirrenico, facenti capo ad una famiglia di Gioia Tauro. Questa aveva investito i proventi dei reati di bancarotta fraudolenta e delle seriali intestazioni fittizie di beni con finalità elusive o agevolative, in complessi immobiliari”.
Le indagini dell’operazione denominata “Ragnatela” erano iniziate circa 3 anni fa. Si erano concentrate in particolare su due persone: l’uomo di origine calabrese residente ai Castelli Romani e un altro uomo, 82enne, residente a Roma.
Quest’ultimo era conosciuto fin dagli anni ’70 per praticare attività usurarie e di riciclaggio di capitali illeciti. Operava per conto della ‘Ndrangheta, della Camorra e di Cosa Nostra, nonché nell’interesse della famigerata “Banda della Magliana”.
3 anni di indagini patrimoniali
La Divisione Anticrimine – Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali – della Polizia di Stato ha dunque avviato le indagini. In particolare è stata analizzata la posizione economico-patrimoniale di queste 2 persone. Le indagini si sono estese anche ai componenti dei rispettivi nuclei familiari.
È stata dunque rilevata la rilevante sproporzione tra fonti di reddito lecite, attività economica esercitata e disponibilità di beni posseduti direttamente o indirettamente.
Nel 2022 il Tribunale di Roma aveva sottoposto a vincolo diversi beni, per un valore di circa tre milioni di euro.
Tra questi c’erano la totalità delle partecipazioni di una società di capitali con sede a Roma, attiva nel settore immobiliare; un complesso immobiliare, sito a Roma, costituito da locali commerciali di estesa superficie; un complesso immobiliare destinato ad albergo – ristorante, ubicato a Rocca di Papa; immobili per civile abitazione siti in Gioia Tauro (RC); una polizza assicurativa del valore di € 150.000, oltre numerosi rapporti creditizi, di cui uno intestato ad un società di capitali operante nel settore dell’energia elettrica, con sede a Roma.
Dopo la pronuncia della Corte d’Appello è arrivata la confisca (irrevocabile) all’uomo residente ai Castelli Romani di beni che entreranno a far parte del patrimonio dello Stato. Sono tre unità immobiliari site nel Comune di Gioia Tauro, disponibilità finanziarie giacenti su un rapporto creditizio e due zanne di avorio elefantino.
Per quanto riguarda i beni riferiti all’accusato residente a Roma, invece, bisognerà aspettare il parere della Cassazione, dove l’82enne ha presentato ricorso.
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