La richiesta però è stata respinta dai giudici del Tribunale di Velletri che, anzi, hanno chiesto alla ditta stessa di pagare al municipio le spese legali.
Il cantiere per la costruzione degli immobili, in realtà, era già partito, nei primi anni 2000, ma l’Amministrazione (guidata all’epoca dall’ex sindaco Cianfanelli) lo fermò: molti scheletri delle strutture immobiliari sono ancora oggi ben visibili dalla via Nettunense,
In particolare, i 29 immobili sarebbero dovuti sorgere ad Ariccia, ma proprio al confine con la frazione di Cecchina di Albano, su un terreno oggetto di una controversia legale lunga 19 anni.
La ditta edile dovrà pagare il Comune di Ariccia
La decisione è contenuta nella sentenza n. 1757 di metà settembre 2024.
Il Tribunale di Velletri ha stabilito che Ace srl, rappresentata in giudizio dal curatore fallimentare Sandro Carrubi, dovrà al contrario versare al Comune di Ariccia la somma di oltre 35mila euro a titolo di saldo delle spese di giudizio.
Il Comune di Ariccia, però, accetterà dalla stessa ditta di ricevere soli 25mila euro circa, in cambio della promessa di non ricorrere in appello (ossia in secondo grado) contro la sentenza di primo grado, allungando ancora il giudizio e lo ‘strazio’.
Questo, in sunto, è quanto riporta la delibera della Giunta Staccoli n. 163 del 7 ottobre scorso.
La storia del progetto edile mai realizzato
Il contenzioso nasce da una grossa lottizzazione promossa da Ace srl nel 2005 su un terreno privato di oltre 8 ettari, l’equivalente di 16 campi di calcio di serie A, in località Villafranca.
Il piano di urbanizzazione, approvato con il via libera della Regione Lazio e della ex Provincia di Roma, prevedeva la costruzione di 27 ville e 2 palazzi a 3 piani.
Ma anche case popolari, uffici pubblici e privati, un centro commerciale e un centro sportivo.
La lottizzazione avviata dall’ex sindaco di centro-destra, Vittorioso Frappelli, saltò dopo tre anni, quando il cantiere era già in corso.
Il motivo dello stop ai lavori
Il motivo del blocco dei lavori è che ill terreno prescelto su cui si ergeva uno storico uliveto era stato colpito da un violento incendio il 9 agosto 2003 . Una vicenda che saltò fuori, ma solo a posteriori, quando le ruspe erano già al lavoro.
Evento che la società Ace srl aveva sottaciuto nelle proprie richieste di edificazione. Ricordiamo che l’avvio di attività edilizia su terreni percorsi dal fuoco per legge è vietata per 15 anni.
A stoppare i lavori fu la giunta capitanata dall’ex sindaco e attuale consigliere di minoranza, Emilio Cianfanelli. L’intera area è tornata edificabile lo scorso 10 agosto 2018.
Ad onor del vero, tra l’altro, il curatore di Ace srl aveva deciso di chiedere un risarcimento record da oltre 40 milioni e mezzo di euro. Ma solo nei confronti del Comune di Ariccia, senza chiamare in causa la società Gessica 90 srl, riconducibile alla nota famiglia di costruttori Ramacci di Albano.
Nel 2004, Gessica 90 srl aveva venduto ad Ace srl quei terreni dichiarando espressamente che “non erano mai stati interessati da incendi”. Dichiarazione che poi si è rivelata essere del tutto infondata.
E senza chiedere i danni anche alla Regione Lazio e all’ex Provincia di Roma, che pure avevano dato il via libera alla lottizzazione.
Ora la vicenda dovrebbe finalmente concludersi qui, dopo quasi 20 anni, se la ditta deciderà di non ricorrere in appello e accettare la riduzione della somma da pagare al Comune di Ariccia.
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