Secondo gli inquirenti il lido, in passato ritrovo di star di Hollywood e da sempre meta dei vip, sarebbe stato trasformato in una lottizzazione abusiva, con cabine diventate mini appartamenti, date in affitto con tanto di contratto di locazione e in un caso a occupanti che hanno persino preso lì la residenza. Un’ipotesi sostenuta dal pm Giuseppe Travaglini alla luce di tre anni di accertamenti, di interrogatori e perquisizioni, compiuti dalla squadra nautica della Polizia di Anzio e dalle guardie costiere, che hanno cercato di dimostrare tali trasformazioni ricorrendo anche a foto e video. Un’inchiesta culminata nel sequestro della struttura e degli annessi bar e ristorante, un’area di ottomila metri quadrati. Concluse le indagini, il pm Travaglini ha poi citato a giudizio l’attuale gestore del lido, accusato appunto della lottizzazione abusiva che avrebbe realizzato in una zona sottoposta a vincoli ambientali, a meno di 150 metri dalla battigia, trasformando la destinazione d’uso dei locali dello stabilimento e realizzandovi 40 appartamenti, poi dati in locazione. Una vicenda per cui la giunta comunale di Pomezia ha subito deciso di costituirsi parte civile. Problemi relativi alle proroghe dell’indagine, su cui batte la difesa, sostenuta dall’avvocato Leonardo Palombi, hanno però portato il Tribunale di Velletri a rinviare l’udienza al prossimo 14 febbraio, nell’attesa che si faccia luce su tali aspetti. E la Cassazione, accogliendo in parte la tesi difensiva, ha ora annullato l’ordinanza che confermava il sequestro, rinviando il caso al Riesame, affinché torni a pronunciarsi sulla materia.