Si avvicina, si spera, la fine dell’odissea per i possessori dei circa 190 mila veicoli Citroen C3 e DS3 oggetto della campagna di richiamo Airbag Takata.
Una vicenda in cui il colosso automobilistico europeo non ci sta facendo certo una bella figura.
Sulle Citroen C3 e DS3 installati airbag difettosi potenzialmente mortali
A maggio 2024 i possessori di circa 190 mila veicoli Citroen C3 e DS3, prodotti tra il 2009 e 2019, hanno ricevuto una lettera raccomandata che intimava di sospendere immediatamente la guida della propria autovettura per ragioni di sicurezza.
Su quei veicoli Citroen infatti sono stati installati airbag risultati difettosi. Il difetto riguarda il sistema di gonfiaggio dell’airbag.
Tale sistema, deteriorandosi nel tempo, esporrebbe guidatore e passeggero al rischio di rottura del dispositivo di gonfiaggio dell’airbag con forza eccessiva in caso di incidente, in grado di provocare lesioni o morte.
L’odissea dei possessori dei veicoli Citroen C3 e DS3 con airbag difettosi
Ci si illudeva che la sostituzione del pezzo fosse questione di poche settimane. Invece i tempi si sono allungati a dismisura: troppo alto il numero di veicoli coinvolti e difficoltà nell’approvvigionamento dei pezzi di ricambio, complice anche la crisi nel canale di Suez.
Impossibile ottenere un’auto di cortesia. I concessionari non disponevano di un numero così elevato di auto da mettere a disposizione.
E così gli sfortunati possessori delle autovetture incriminate, che non potevano permettersi di rimanere senza auto per settimane, divenute mesi nel frattempo, hanno continuato ad andare in giro con auto potenzialmente letali!
Le associazioni dei consumatori sono ovviamente scese in campo per denunciare il disservizio.
L’assurda richiesta di PSA Italia
A quel punto PSA Italia, il gruppo che incorpora Peugeot Automobili Italia SpA, Citroen Italia SpA, Opel italia srl e Psa Service srl, ha contattato i clienti per offrire una sostituzione celere del pezzo.
Ma solo se si era disposti a portare l’auto allo stabilimento di Piedimonte San Germano (FR), la sostituzione sarebbe avvenuta in poche ore.
In pratica al possessore dell’auto pericolosa veniva chiesto di recarsi con quella stessa auto a centinaia di km di distanza per operare la sostituzione!
E che il pericolo fosse effettivo e non puramente teorico lo hanno dimostrato purtroppo anche degli incidenti mortali. In Italia la prima vittima dell’Airbag difettoso, secondo quanto riportano le cronache, è stata una ragazza di 24 anni di Catanzaro.
Nel frattempo siamo arrivati ad ottobre e gli airbag sostitutivi cominciano lentamente ad arrivare.
Ma intanto il tribunale di Torino ha sentenziato che tutta l’operazione deve subire un’accelerazione: entro gennaio 2025 tutte le auto che hanno già effettuato il check-in per la sostituzione devono tornare operative in sicurezza e deve essere garantita l’auto sostitutiva a tutti.
La sentenza del tribunale di Torino contro PSA Italia Spa
Il Tribunale di Torino (Presidente Silvia Vitrò, Relatore Stefano Demontis) ha emesso venerdì 11 ottobre una ordinanza con cui, accogliendo le richieste di Codacons, Assourt e Adusbef, “condanna GROUPE PSA ITALIA S.p.A. a cessare le condotte omissive poste in essere in pregiudizio dei clienti, ed ordina alla stessa di adottare le seguenti misure idonee ad eliminarne gli effetti:
a) individuare i proprietari nei cui confronti la raccomandata già inviata non abbia avuto esito positivo, perché irreperibili o per altre ragioni, e, previe le opportune ricerche anagrafiche, inviare entro 15 giorni dalla comunicazione del presente provvedimento, con raccomandata A/R all’indirizzo così accertato o con PEC ove possibile, una nuova comunicazione dell’esigenza di interrompere la guida del veicolo e di avviare la procedura di check-in on line o via telefono, con tutti i dati necessari a tal fine;
b) pubblicare per due volte, la prima per due giorni consecutivi a decorrere dal quinto giorno successivo alla comunicazione del presente provvedimento, la seconda per due giorni consecutivi dopo 15 giorni dalla prima pubblicazione, a tutta pagina sui quotidiani cartacei Corriere della Sera, La Repubblica, Gazzetta dello Sport, e nella home page dei siti internet TGCOM 24, Fanpage, Corriere della Sera, avviso contenente notizia della campagna di richiamo, descrizione del pericolo e comunicazione dell’esigenza di avviare la procedura di check-in on line o via telefono, con tutti i dati necessari a tal fine;
c) completare entro il 31.1.2025 le operazioni di sostituzione kit-airbag sui 127.036 veicoli che al 23.9.2024 hanno eseguito il check-in;
L’obbligatorietà dell’auto sostitutiva
d) inviare, entro 10 giorni dalla comunicazione del presente provvedimento, a tutti gli utenti che hanno già effettuato il check-in comunicazione, via mail o sms, contenente l’avviso sia della possibilità di fare richiesta di un’auto sostitutiva (o di optare per voucher di car-sharing dove il servizio è presente) e di ottenerla entro 7 giorni dalla richiesta, senza costi o al massimo con un deposito cauzionale di € 150 che corrisponderà al limite di responsabilità del cliente, sia del fatto che – ove non sia già individuata la data programmata per l’intervento di riparazione del loro veicolo – questo potrà avvenire al più tardi entro il 31.1.2025;
e) inviare identica comunicazione ai clienti che non hanno ancora effettuato il check-in, nella stessa comunicazione di cui al punto a), con l’avviso che l’intervento di riparazione sarà effettuato con tutta probabilità in data successiva al 31.1.2025.
f) mettere l’autovettura sostitutiva, o il voucher per il servizio di car-sharing, a disposizione del cliente entro 7 giorni dalla sua richiesta, presso un centro di consegna sito nel Comune di residenza se capoluogo di Provincia, oppure compreso nel territorio della Provincia di residenza.
Le penali previste in caso di inadempienza
Visto l’art. 614bis c.p.c., fissa le seguenti somme a titolo di penale:
1) € 50 per ogni giorno di ritardo nell’invio di ogni singola comunicazione individuale di cui al punto a) ed e);
2) € 20.000 per ogni giorno di ritardo nell’adempimento degli obblighi di cui al punto b);
3) € 20.000 per ogni giorno di ritardo rispetto al termine del 31.1.2025 di cui al punto c);
4) € 50 per ogni giorno di ritardo nell’invio di ogni singola comunicazione individuale di cui al punto d);
5) € 50 per ogni giorno di ritardo nella messa a disposizione della singola soluzione di mobilità alternativa di cui al punto f).
La soddisfazione delle associazioni dei consumatori
Soddisfatte della sentenza le tre associazioni dei consumatori che hanno promosso l’azione contro PSA Italia:
«Questa decisione del Tribunale di Torino è una grande vittoria per tutti i consumatori italiani, che sottolinea come la responsabilità sociale delle grandi imprese non sia solo nella qualità della produzione e nella vendita dei prodotti, ma anche e in primis nell’intervenire immediatamente nel caso di criticità che mettono in grave pericolo la sicurezza e la salute degli utenti».
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