Ma, di sicuro, rischia grosso la storica rivendita di bio ortofrutta situata sul lungolago Albano di Castel Gandolfo.
Il pollaio di circa 50 metri quadri di ampiezza e quasi tre metri di altezza sarebbe difatti del tutto privo dei titolo urbanistici richiesti dalla legge.
Entro i prossimi 90 giorni, quindi, dovrà essere abbattuto. In caso contrario, i titolari dell’attività rischiano non solo la denuncia, visto che la conca del lago è super tutelata, ma anche la ‘requisizione’ del pollaio, la ‘requisizione’ del terreno su cui sorge il pollaio, e infine la ‘requisizione’ anche di una grossa porzione di area circostante al pollaio stesso che potrebbe raggiungere anche i 500 metriq uadri totali, ossia 10 volte l’ampiezza dell’area abusiva realizzata senza titoli. Questo è quanto prevede la legge.
Pollaio abusivo vista lago di Castel Gandolfo
In sostanza, come anzidetto, il pollaio sarebbe del tutto abusivo. E i titolari dello stesso rischiano anche il processo, se non eseguono quanto gli è stato ora intimato e richiesto in via formale dal Comune.
Almeno questo è quanto riporta una ordinanza del Comune di Castel Gandolfo, la n. 140 del 9 ottobre scorso.
Adottata ai sensi della normativa nazionale e regionale, è il risultato di accertamenti effettuati dalla Polizia locale e dalla Guardia di Finanza di Velletri, che non di rado opera a stretto contatto con la stessa Procura veliterna.
L’area in cui si trova il pollaio è soggetta a specifiche protezioni, come evidenziato dalla normativa che tutela gli immobili e le aree di grande valore estetico e panoramico.
Inoltre, ricade sotto la giurisdizione del Parco dei Castelli Romani, un’area naturale protetta che richiede il massimo rispetto delle norme edilizie e di salvaguardia ambientale.
La costruzione abusiva è stata identificata durante sopralluoghi congiunti che hanno mappato le irregolarità sul territorio.
Pollaio abusivo, rischia grosso la storica rivendita di bio-ortofrutta
La decisione del Comune di Castel Gandolfo, motivata dalla necessità di mantenere l’integrità del paesaggio e la conformità alle leggi vigenti, ha come obiettivo la demolizione del pollaio entro novanta giorni dalla notifica dell’ordinanza.
Questo provvedimento non solo mira a ripristinare la legalità, ma si inserisce in un contesto più ampio di tutela dell’ambiente e della biodiversità locale.
Il terreno, di proprietà della società A.G., è stato oggetto di un atto di trasformazione societaria, ma la realizzazione del pollaio ha sollevato preoccupazioni non solo per la legalità della costruzione, ma anche per il potenziale impatto ambientale e paesaggistico.
Dopo il pollaio tocca alle ville?
Con la nuova ordinanza, il Comune intende inviare un chiaro messaggio sulla necessità di rispettare le normative edilizie, tutelando il patrimonio naturale e culturale del territorio.
C’è da immaginare, quindi, che presto rischieranno grosso anche le numerose ville della zona, alcune delle quali presentano, ben visibili dalla strada, maxi verande e maxi tettoie ampie come ‘campi da calcetto’.
C’è da immaginare che, a seguito di questo giro di vite, molti controlli avranno luogo anche nei confronti degli stabilimenti attivi sul lungolago ormai quasi per tutto l’arco dell’anno.
Tornando al pollaio abusivo, la scadenza di novanta giorni per la demolizione sarà monitorata attentamente dalle autorità competenti. L’opera abusiva, quindi, dovrà essere abbattuta entro la prossima befana.
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