Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha finalmente emesso una sentenza riguardante un manufatto abusivo, un ‘rustico’ situato nel cuore Parco dei Castelli Romani, nel territorio del Comune di Rocca di Papa, costruito su area super vincolata: il rustico dovrà essere abbattuto.
L’immobile, realizzato prima del 2011, sorge su area sismica con vincolo paesaggistico, oltreché all’interno del perimetro del Parco castellano, come appena detto.
Rocca di Papa, rustico abbattuto se non c’è il ricorso
Il TAR ha confermato l’ordine di demolizione emesso ormai 13 anni fa dal Comune di Rocca di Papa, realizzato senza permesso.
Il documento segna la fine di una vicenda legale davvero infinita. A patto che i proprietari dell’opera non decidano la strada di un ulteriore ricorso in secondo grado, al Consiglio di Stato, contro la sentenza di primo grado. In tal caso, potrebbero essere necessari altri anni prima di vedere le ruspe al lavoro per abbattere l’immobile.
Il ricorso, presentato da un gruppo di privati proprietari dell’immobile contro l’Amministrazione comunale, mirava ad annullare la determinazione del Comune che attestava l’inottemperanza all’ordinanza di demolizione n. 60 del 22 marzo 2011. Questo provvedimento autorizzava l’acquisizione al patrimonio comunale delle opere edilizie abusive, e l’area ad esse pertinenziale, pari a 1368 metri quadrati.
Ordine di demolizione non eseguito
La controversia è iniziata con un’ordinanza di demolizione emessa nel 2011, a seguito di un sopralluogo della Polizia municipale che rivelò la presenza di opere realizzate senza alcun titolo abilitativo.
Nonostante la richiesta di demolizione, i proprietari non hanno eseguito la richiesta. Ne è conseguita la successiva richiesta di acquisizione delle opere abusive da parte del Comune. Un procedimento previsto dalla legge in caso di inadempienza.
Il Tribunale ha chiarito che il lungo lasso di tempo intercorso tra l’ordinanza di demolizione e l’acquisizione non pregiudica la legittimità del provvedimento, sottolineando che la normativa. Inoltre, l’assenza di un permesso di costruire ha reso l’intervento dell’amministrazione comunale non solo legittimo, ma necessario.
I proprietari, appesi a quei cavilli
La sentenza ha anche respinto le argomentazioni dei ricorrenti, i quali sostenevano di non aver ricevuto adeguata notifica dell’ordinanza di demolizione e di aver scoperto l’esistenza degli atti solo successivamente.
Il Tribunale ha evidenziato come tali vizi procedurali non siano sufficienti a inficiare l’ordine di demolizione, ritenendo che la proprietà privata debba cedere il passo al rispetto della legge e alla salvaguardia del paesaggio.
Il parco dei Castelli Romani, area di grande valore naturalistico e culturale, è protetto da vincoli paesaggistici e ambientali, il che rende ulteriormente grave la costruzione di opere abusive in questo contesto.
La sentenza ribadisce l’importanza della tutela dell’ambiente e dell’urbanistica, ponendo l’accento sull’illiceità di costruzioni realizzate al di fuori delle normative vigenti.
Con questa decisione, il Tribunale ha ordinato che la demolizione avvenga con immediatezza, ponendo fine a una situazione di abusivismo che ha pesato sulla comunità e sull’integrità del territorio per oltre un decennio.
Questo caso si configura non solo come una vittoria per le istituzioni, ma anche come un segnale forte contro la costruzione indiscriminata nel territorio.
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