Che i politici siano presi di mira sui social è un fatto risaputo, quasi una “gogna obbligatoria”, visto che per il cittadino comune se qualcosa non funziona è sempre colpa del sindaco.
Ma quando il chiacchiericcio travalica i limiti della decenza, fossilizzandosi sull’aspetto fisico e ipotizzando presunti lifting, bisogna mettere un freno e per questo la Celentano, stanca di leggere certe insinuazioni, annuncia la volontà di denunciare gli odiatori social.
Le offese sull’aspetto fisico
Sui social sono apparsi commenti di questo genere: “Io l’ho incontrata una sera a cena e vi assicuro che adesso è tutta rifatta in viso, ecco i soldi che fine fanno. Ride, sti politici è tutto un magna magna”. E ancora: “Le labbra a canotto no”.
E poi altri insulti ricevuti che si aggiungono a quelli dei mesi passati, subiti durante la malattia: la sindaca è stata una malata oncologica sottoposta a pesanti terapie che l’hanno fisicamente provata. Altro che lifting.
“È intollerabile che debba essere giudicata non per l’operato che attiene alla funzione di sindaco, ma per il sospetto di ricorrere alla chirurgia estetica”, racconta la prima cittadina.
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“Nessuno ha il diritto di giudicare”
“Sono consapevole di essere un personaggio pubblico e mi prendo anche le critiche, ma deve finire questo attacco alle donne che fanno ricorso ad interventi migliorativi della propria estetica, dietro i quali ci potrebbero essere problemi psicologici e di salute”.
“Ho già chiarito pubblicamente i motivi per i quali il mio fisico ha subito modifiche transitorie, dovute alle terapie a cui mi sono sottoposta per la cura di un tumore, ma in ogni caso anche qualora fossi ricorsa a interventi di chirurgia estetica, nessuno ha il diritto di giudicare non soltanto me ma tutte le donne che avessero fatto scelte simili”, conclude Matilde Celentano.
“Lo trovo un attacco becero e irrispettoso della persona. La derisione del corpo e la discriminazione di una persona per il suo aspetto fisico sono configurabili nel body shaming. Una pratica che va fortemente condannata”.