Gli abusi edilizi sono stati perpetrati circa 10 anni fa in un’area del territorio su cui pendono varie tipologie di tutele paesaggistiche e ambientali.
Nemi, gravi abusi edilizi nella villa di via dei Corsi in zona super vincolata
Due recenti sentenze del TAR del Lazio hanno confermato la legittimità delle azioni intraprese dal Comune di Nemi. Le sentenze riguardano due ricorsi presentati dalla stessa persona, contro altrettanti ordinanze comunali.
Una prima ordinanza risale al 2014 ed è relativa all’accertamento dell’abusività di una serie di lavori edili eseguiti dentro e fuori all’immobile. La seconda ordinanza, sempre comunale, è del 2015: in essa si richiedeva il ripristino dello stato dei luoghi.
Doppia vittoria del Comune di Nemi
Le sentenze del Tar del Lazio, la n. 17894 e la 17895 del 16 ottobre, hanno confermato la bontà delle ordinanze comunali di Nemi. E condannato la ricorrente a pagare, al Comune, anche 3mila euro totali di spese di giudizio.
Il primo ricorso, registrato come numero 6531 del 2014, contestava il provvedimento del Comune che aveva respinto la richiesta di accertamento di conformità per opere di rivestimento delle facciate con pietra locale.
Il Comune, nel suo provvedimento, aveva evidenziato che tali lavori avevano modificato le distanze dai confini previsti dalla normativa urbanistica. Ciò aveva comportato una violazione delle distanze minime stabilite dal Piano Regolatore Generale (PRG) del Comune, che richiede una distanza di almeno sei metri dai confini.
La ricorrente ha sostenuto che l’intervento non fosse abusivo, affermando che l’aumento di spessore dei muri dovuto al rivestimento in pietra fosse conforme alle normative sul contenimento dei consumi energetici.
Tuttavia, il TAR ha ritenuto infondate le sue argomentazioni, confermando che l’adeguamento ai requisiti normativi non giustificava l’intervento abusivo, specialmente in un’area con vincoli paesaggistici e ambientali. Contestualmente erano state rilevate anche altre le attività irregolari dentro l’immobile in questione.
La seconda sentenza, relativa al ricorso numero 15595 del 2015, ha confermato l’ordinanza del Comune che ingiungeva la demolizione dei manufatti abusivi realizzati dalla stessa ricorrente e il ripristino dello stato dei luoghi.
Anche in questo caso, il Comune ha fatto riferimento ai rilievi emersi da un sopralluogo, evidenziando che le modifiche apportate avevano alterato significativamente la conformazione dell’immobile, oltre a comportare un cambio di destinazione d’uso di alcune aree interne, contravvenendo così alle disposizioni legislative.
Il TAR ha nuovamente respinto le tesi della ricorrente, sottolineando che gli interventi effettuati, compresi i lavori di rivestimento, avevano comportato un aumento di volume e una modifica delle facciate, rendendo necessaria una valutazione da parte degli organi competenti in materia di vincoli paesaggistici.
La mancanza di un’autorizzazione paesaggistica ha rappresentato un elemento cruciale nella decisione del Tribunale.
Impegno contro l’abusivismo edilizio
Le sentenze ribadiscono il fermo impegno del Comune di Nemi nella tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico.
Sottolineano l’importanza del rispetto delle normative urbanistiche e delle prescrizioni relative alle aree vincolate.
Questa doppia vittoria legale riafferma il potere del Comune di intervenire contro gli abusi edilizi. Rappresenta inoltre, un precedente significativo per la salvaguardia del territorio e della qualità della vita dei cittadini.
Leggi anche: Nemi, emergenza calo acque del lago: il sindaco avvia il tavolo tecnico