Una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio dello scorso 14 ottobre ha conferma la legittimità dell’ordinanza di demolizione di tre edifici abusivi realizzati a Grottaferrata.
La decisione è giunta dopo vent’anni di contenzioso legale, ha coinvolto i proprietari delle abitazioni, persone molto conosciute in ambito politico e sportivo, nonché il Comune di Grottaferrata, con diverse Amministrazioni comunali che in questi due decenni si sono avvicendate le une alle altre.
Gli immobili erano stati costruiti nel lontano 2004. Ma, in ogni caso, questa stessa sentenza, giunta con estremo ritardo, lascia aperta la possibilità che le strutture immobiliare possano, in ogni caso, rimanere in piedi.
I tre manufatti erano stati edificati senza regolare titolo edilizio. Sono state oggetto di diverse ordinanze di demolizione nel corso degli anni.
Nel 2004, i proprietari avevano presentato 4 richieste di condono edilizio, tutte rigettate dall’Amministrazione comunale.
Questo rifiuto aveva portato a un lungo iter legale, culminato con la recente sentenza del TAR.
L’ordinanza di demolizione è stata impugnata dai ricorrenti, che hanno sostenuto l’illegittimità dell’atto amministrativo in virtù della pendenza di ricorsi relativi ai dinieghi di condono.
Grottaferrata, perché le 3 case abusive potrebbero restare in piedi
Nel corso del giudizio, è emerso che il Comune di Grottaferrata, nel 2011, aveva avviato un processo di redazione del nuovo Piano Urbanistico Generale Comunale (PUGC), il quale includeva la possibilità di recuperare i nuclei abusivi esistenti nella zona in cui sorgono i manufatti in questione.
Nonostante queste premesse, il TAR ha ribadito che la legittimità della demolizione deve essere valutata in base al contesto normativo vigente al momento dell’adozione dell’ordinanza, sottolineando che i provvedimenti urbanistici non possono essere retroattivi.
Ora decide il Comune di Grottaferrata
La sentenza afferma che sebbene gli immobili siano abusivi, l’amministrazione comunale potrebbe ‘recuperare’ gli edifici abusivi attraverso il nuovo PUGC (Piano Urbanistico Generale Comunale).
In ogni caso, il provvedimento di demolizione resta valido. Le opere infatti sono state realizzate senza alcuna autorizzazione e in aree soggette a vincoli paesaggistici e sismici.
I ricorrenti hanno sollevato anche questioni relative alla motivazione dell’ordinanza di demolizione. Hanno affermato che non era stata fornita una giustificazione adeguata in relazione ai contenziosi in corso. Tuttavia, il Tribunale ha ritenuto sufficiente la descrizione dettagliata delle opere abusive e il richiamo alle normative violate.
In sostanza, sebbene il TAR abbia rigettato il ricorso, la strada per un possibile recupero degli edifici non è totalmente chiusa.
Il Comune di Grottaferrata potrebbe, nel prossimo futuro, considerare la possibilità di integrare queste strutture nel nuovo piano urbanistico. Ma solo dopo la conclusione dell’iter di approvazione del PUGC (Piano Urbanistico Generale Comunale), atteso a breve.
La sentenza si chiude con l’imposizione delle spese legali ai ricorrenti.
L’eventualità che le case possano rimanere in piedi a seguito di nuove valutazioni urbanistiche resta un punto di discussione per il futuro politico di Grottaferrata.
La decisione ora è nelle mani della Giunta Di Bernardo e del dirigente comunale.
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