L’Amministrazione comunale, anziché rispondere, ha deciso di prendere tempo con un nuovo ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR del 26 settembre scorso.
Torvaianica, le ragioni dello stabilimento balneare
Il 26 settembre 2024 un importante stabilimento balneare di Torvaianica ha ottenuto una significativa vittoria al TAR contro il Comune di Pomezia. Una sentenza che potrebbe avere importanti ripercussioni a livello nazionale ed europeo.
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La società, concessionaria dell’ex “Bagni Belvedere”, aveva presentato un ricorso in seguito al silenzio dell’Amministrazione comunale, che non aveva risposto a due istanze formulate nel 2023.
In particolare, la società aveva chiesto la riduzione del canone e la proroga della concessione, scaduta il 17 marzo 2023, a causa degli eventi straordinari di maltempo che nel recente passato hanno colpito l’area.
La (non) risposta del Comune di Pomezia
Il TAR ha stabilito che il Comune di Pomezia avrebbe dovuto esprimersi formalmente sulle richieste entro il 26 ottobre. Tuttavia, l’Amministrazione ha deciso di non risponde, ma di ricorrere al Consiglio di Stato, secondo ed ultimo grado della giustizia amministrativa, nel tentativo di guadagnare tempo.
Almeno dal punto di vista formale, la decisione di presentare un nuovo ricorso non è stata presa dalla Giunta comunale, ma dall’Ufficio Tecnico comunale con determinazione n. 1230 del 30 settembre.
L’importanza della sentenza di Torvaianica
La richiesta di riduzione del canone si basa sull’articolo 3 della legge 494 del 1993, che consente tale misura in caso di eventi eccezionali.
Nel caso specifico, la società ha fatto riferimento a una mareggiata straordinaria che aveva causato danni significativi all’area.
Allo stesso tempo, la società aveva proposto un progetto di intervento per migliorare l’area dello stabilimento, il che avrebbe comportato vantaggi per la comunità locale.
Questa situazione ha sollevato preoccupazioni in merito alla gestione delle concessioni demaniali marittime, un tema delicato in un contesto normativo già complesso.
La sentenza del TAR potrebbe rappresentare un precedente significativo per le numerose concessioni balneari lungo le coste italiane, in un periodo caratterizzato da incertezze legislative e normative.
Il Comune condannato al pagamento delle spese processuali
Il TAR, almeno in primo grado, ha condannato il Comune di Pomezia al pagamento di spese processuali ammontanti a 1.500 euro a favore della società ricorrente.
La decisione non solo implica un obbligo per l’Amministrazione di rispondere formalmente alle richieste, ma potrebbe anche avere ripercussioni più ampie sulla gestione delle concessioni demaniali.
La questione delle concessioni balneari è diventata un tema di rilevanza nazionale, soprattutto in considerazione delle pressioni normative da parte della Comunità Europea, che richiede l’adozione di bandi per la gestione delle concessioni.
Tuttavia, in assenza di una legislazione chiara da parte del Parlamento italiano, i Comuni si trovano ad affrontare sfide significative nel gestire le richieste legali di stabilimenti balneari, lasciando in un limbo normativo molte attività economiche.
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